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La rivolta dei governatori: "Negozi aperti il 18 maggio"

Alberto Di Majo
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Non c'è pace tra i presidenti di Regione e Palazzo Chigi. Stavolta a far infuriare i governatori sono le incertezze sulla fase 2. Per questo i numero uno di Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto e il presidente della provincia autonoma di Trento ieri hanno scritto al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, «sollecitandolo a convocare urgentemente un incontro con il governo al fine di avere assoluta certezza che le linee guida Inail per le riaperture siano disponibili entro mercoledì della prossima settimana e che dal 18 maggio ogni territorio, nel rispetto delle misure per il contenimento della pandemia, possa consentire la ripartenza delle attività economiche. Una prospettiva che, qualora fosse disattesa, porterà le scriventi Regioni ad agire autonomamente».  Per approfondire leggi anche: Conte brinda a un rilancio solo inventato Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è da settimane in prima linea: «Noi come governatori abbiamo sottolineato la difficoltà e l'incomprensione, alla luce dei dati sanitari, di pensare ancora che alcune chiusure possano permanere per altre settimane. C'è stata l'ipotesi di Conte di riaprire il 1° giugno, noi pensiamo che il 1° giugno sia un'era glaciale, sia troppo tempo». Il governatore assicura che non ha intenzione di rischiare e precisa: «Fatte salve le indicazioni della comunità scientifica, quindi nessun atto di irresponsabilità, pensiamo che il punto di caduta per le aperture sia il 18 maggio. Sto parlando di aperture di... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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