Buoni spesa solo agli antifascisti. Il mezzo dietrofront di Pizzarotti
È bufera per il regolamento del comune di Parma per accedere ai buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Sul modulo il richiedente deve dichiarare "di ripudiare il fascismo" e "di non professare e fare propaganda di ideologie xenofobe, razziste, sessiste". Una patente di anti-fascismo per ricevere gli aiuti. Dopo la denuncia di un militante di CasaPound, ripresa da varie testate, e le proteste di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è costretto ad ammettere l'"errore", anche se le scuse sembrano più un contrattacco. Per approfondire leggi anche: Caos municipi a Roma, mail sbagliate per i buoni spesa "È stato erroneamente inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c'è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, contributi o patrocini dal Comune di Parma. Da noi è così e rimarrà così. Ma non vale per i bonus spesa, si correggerà l'errore, grazie a chi lo ha fatto notare con gentilezza", dichiara il primo cittadino. Che poi parte a lanciare sassate: "Non sarebbe stato comunque vero che i bonus spesa vengono negati a chi non si affermi antifascista: il Primato nazionale e la signora Meloni sono notori dispensatori di bufale. Chi ha bisogno chieda di accedere ai bonus spesa: a Parma nessuno viene lasciato indietro".Pizzarotti ce l'ha con chi in rete gli scrivono "'devi morire', 'infame', 'merda', 'schifoso', 'w il duce', 'w i camerati', 'verme', 'bastardo' e altre bestialità: se foste di Parma e aveste bisogno di accedere al servizio, accedereste nonostante tutto il vostro odio represso contro l'altro. Parma è fatta così". Da sottolineare però che critiche sono arrivate anche dal Pd locale. "Lo dico da convinto antifascista. Sono soldi nazionali destinati nell'emergenza ai bisognosi. La dichiarazione antifascista, qui, proprio non c'entra niente di niente". Ricatto o errore che sia, la figuraccia è servita.