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Coronavirus, Conte firma il decreto. Chiuse Lombardia e 14 province

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Davide Di Santo
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Il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che contiene nuove misure contro la diffusione del coronavirus è stato firmato nella notte. Nel testo sono confluite le due bozze circolate ieri, una per le zone più colpite dal Covid19, l'altra per il resto d'Italia. Non si parla di zone rosse ma di due aree. "Una riguarda la regione Lombardia e alcune province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia", spiega nella notte  il premier Giuseppe Conte sottolineando: "A questo territorio applichiamo un regime e misure restrittive più rigorose: vincolo di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita anche all'interno del territorio. Ci si muoverà solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, spostamenti per motivi di salute. E' consentito il rientro verso il proprio domicilio per necessità". Le bozze circolate nella serata di ieri hanno spinto migliaia di persone a lasciare in fretta e furia la Lombardia prima che le norme stesse venissero approvate. Il premier ha detto che è in gioco "la correttezza dell'operato del governo e la sicurezza degli italiani. La pubblicazione di una bozza non definitiva ha creato incertezza, insicurezza, confusione, non lo possiamo accettare. Tutti i cittadini italiani hanno letto questa versione non definitiva, fino a quando non lo firmo non è definitivo. Adesso il decreto è stato elaborato nella versione definitiva, sono pervenute le osservazioni delle regioni e sarà pubblicato tra qualche ora in Gazzetta Ufficiale e sarà vigente", ha aggiunto affermando: "State tranquilli, ce la faremo. Saremo insieme, marceremo uniti e compatti". I cittadini dunque dovranno motivare gli spostamenti. "Non abbiamo un divieto assoluto di trasferimento da quest'area del Nord, ma c'è la necessità di motivarlo". "A chi ha sintomatologia con febbre maggiore di 37,5 gradi si raccomanda di rimanere a casa e contattare il medico: è bene che non si muovano. Ci sarà divieto assoluto di mobilità per soggetti in quarantena, ovvero risultati positivi al virus. Poi ci sono una serie di misure relative alle attività imprenditoriali, commerciali, sociali. Saranno consentiti eventi sportivi di atleti professionisti e categorie assolute o a porte chiuse o all'aperto senza presenza di pubblico", aggiunge il premier che spiega: "Non possiamo più permetterci aggregazioni", scandisce. "Sono sospese attività didattiche nelle scuole e nelle università, sono sospese le cerimonie. Sono chiusi i musei e i luoghi di cultura. Sono consentite attività di ristorazione nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro", afferma ancora, annunciando sanzioni per i gestori "che non faranno rispettare le norme". Per quanto riguarda "le restanti regioni e province del territorio nazionale" ci sono "misure restrittive meno severe". "Stiamo affrontando un'emergenza nazionale senza sottovalutarla, abbiamo scelto il criterio della trasparenza. Ci stiamo muovendo con determinazione e coraggio, abbiamo due obiettivi: contenere la diffusione del contagio ed evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Non possiamo dedicarci ad una sola modalità, servono entrambe", prosegue. "Alcune strutture ospedaliere sono già in difficoltà, abbiamo già predisposto il vincolo obbligatorio della solidarietà interregionale, c'è la possibilità di redistribuire pazienti tra le varie regioni. Posso annunciare che è stato sottoscritto un contratto per dar vita ad una linea di apparecchiature tutta italiana per terapia intensiva e subintensiva, abbiamo già 320 nuove apparecchiature, avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo adoperando per aumentare il numero", dice ancora Conte. 

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