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Il doppio gioco di Renzi: cede sulla prescrizione e prepara un'altra legge

Matteo Renzi

Il leader di Iv: "Non faremo cadere il governo, ma cambieremo quelle norme"

Dario Martini
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Matteo Renzi gioca su due tavoli e permette al governo guidato da Giuseppe Conte di non finire anzitempo la sua corsa. Da un lato non farà mancare la fiducia sulla riforma della giustizia targata Alfonso Bonafede che contiene la nuova normativa sulla prescrizione. Dall'altro, annuncia che farà di tutto per picconare la stessa legge. Non dice quanto ci vorrà, ma assicura che quello sarà il risultato. A spiegare la linea è stato lo stesso Renzi con un post su Facebook: "Sulla prescrizione domenica scorsa abbiamo detto la nostra a Cinecittà. Da allora ci stanno insultando, mandano le veline ai giornali per farci apparire antipatici, fanno retroscena per dire che hanno vinto loro. Il massimo argomento tecnico che sanno usare contro di noi sono i sondaggi, non il merito delle leggi: anche questo è populismo. Lo ribadisco qui: la legge Bonafede cambierà. Come e quando cambierà dipende dalle arzigogolate tattiche parlamentari. Ma nella sostanza: noi non ci fermeremo finché gli avvocati e i magistrati continueranno a dire che le proposte di Bonafede sono incostituzionali". Il leader di Italia Viva fa sapere che il suo partito non ha intenzione di cedere su questo punto: "Questa battaglia - assicura l'ex premier - non è una battaglia facile perché è una battaglia difficile da spiegare, tecnicamente complicata, lunga nelle procedure. Il populismo è facile, la politica è difficile. Ma è una battaglia di civiltà. Si tratta di far vincere la giustizia contro il giustizialismo. Le garanzie contro la demagogia. Ci vorranno settimane di dibattito parlamentare ma alla fine ci daranno ragione. Come sull'Iva. Come sugli 80 euro. Così sulla prescrizione. Noi non abbiamo fretta, ma abbiamo le idee chiare. E sappiamo che su questa partita dalla nostra ci sono i numeri e la Costituzione". La tattica di Renzi però permette agli altri alleati di governo, Pd e M5s, di tirare un sospiro di sollievo. Il primo a rallegrarsene è il segretario Dem, Nicola Zingaretti: "Mi sembra che ci sia la conferma di un buon punto di arrivo che ci permette ora di riaccendere l'agenda per il lavoro e la crescita, lo sviluppo e gli investimenti sulla scuola in uno spirito che deve essere unitario. Non se ne può più di polemiche e di picconate, gli italiani si aspettano una comunità che produca i fatti. Ora avanti tutta per dare risposte a un Paese che se lo aspetta". Critiche, invece, arrivano da Forza Italia. La capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, mette il dito nella piaga: "Dopo il Partito democratico, anche Italia Viva cede sulla prescrizione. Renzi e i suoi, pur di non far cadere il governo, si presteranno ad un ridicolo giochetto parlamentare: diranno fintamente "no" al lodo Conte - che Pd e M5S cercheranno di introdurre con un inammissibile emendamento al Milleproroghe - e dopo voteranno "sì" alla fiducia sul provvedimento, dando cioè l'ok definitivo alla modifica, pattuita dalla maggioranza, della riforma Bonafede. Un bel tappeto rosso che i renziani srotoleranno al Guardasigilli e al Partito democratico".

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