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La supergaffe delle Sardine con Benetton fa infuriare il web

Finito il "tocco magico" di Mattia Santori. Ora internet fa "buuuuh" per la foto col patron di Atlantia

Carlantonio Solimene
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E' polemica per la foto che ritrae i principali protagonisti del movimento delle Sardine, tra cui Mattia Santori, e Luciano Benetton, alle prese con un braccio di ferro con il governo che vorrebbe sottrarre ad Atlantia la concessione per la gestione di diversi tratti autostradali. «Le sardine in pellegrinaggio nel mondo dei Benetton con tanto di foto con Luciano... Noi certi mondi li abbiamo sempre combattuti, dopo il crollo del ponte di Genova e le 43 vittime ancor di più...». E' questo il commento di Stefano Buffagni, viceministro pentestallato allo Sviluppo economico, che attacca via Facebook, le "sardine". «Quando come Movimento 5 Stelle andavamo in piazza abbiamo sempre fatto molta fatica ad avere spazio comunicativo... Vuoi vedere che diamo una risposta alla grande copertura mediatica delle sardine con questa foto??? Mah... a pensar male si fa peccato...», conclude ironico Buffagni postando la foto dei leader del movimento le sardine con Oliviero Toscani e Luciano Benetton. Anche Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia va all'attacco: "Le sardine alla corte di Luciano Benetton, capo della famiglia che controlla Atlantia e Autostrade spa. Finisce nel ridicolo la favola del 'movimento' popolare, spontaneo e alternativo ai poteri forti". Anche Giovanni Toti è critico: "Sarà divertente il momento in cui il M5S farà l'alleanza con il PD e le sardine in Liguria. Oltre a tutte le abissali diversità che li caratterizzano, si troveranno davanti anche questa foto delle sorridenti Sardine in posa con il signor Benetton! Sì sì proprio il capo della famiglia che controlla Autostrade e Atlantia, al centro del dibattito sulla revoca delle concessioni. Finanzierà la loro campagna elettorale annunciata ieri (anche se vanno in treno)? Tranquilli, non sono diventato grillino. Non voglio pensar male solo per una foto...", scrive il governatore della Liguria sulla sua pagina Facebook. Su Internet sono stati tantissimi i commenti contro le Sardine. Che sono state costrette a intervenire per difendersi: "Insieme a Giulia, Roberto e Andrea - scrive Mattia Santori - siamo andati a visitare Fabrica. Un centro di formazione per giovani comunicatori creato da Oliviero Toscani e Luciano Benetton che ospita ragazzi e ragazze da tutto il mondo mettendo a disposizione borse di studio e lavoro. Un luogo suggestivo dove i concetti di comunicazione, creatività e innovazione si intrecciano con temi delicati quali immigrazione, HIV e violenza di genere. La visita è stata organizzata su invito di Oliviero Toscani (che abbiamo conosciuto durante l'organizzazione di Piazza San Giovanni a Roma) per dialogare con i ragazzi e ragionare su come innovazione e comunicazione politica possano dialogare e aiutarsi a vicenda». «Alla fine dell'incontro - prosegue il post - è passato Luciano Benetton per salutare. Quando i ragazzi ci hanno chiesto di fare una foto di gruppo ci è sembrata una richiesta legittima. Nella nostra ingenuità non abbiamo pensato che quella foto sarebbe stata strumentalizzata per associare le sardine ai poteri forti, alle concessioni autostradali, alle tematiche ambientali legate alla produzione di lana e cotone». «Deluderemo - scrivono - chi ci ritiene in grado di riaprire la trattativa tra governo e Autostrade per l'Italia in sole quattro ore: non ne eravamo neanche al corrente. Deluderemo chi pensa che visitare un centro all'avanguardia su comunicazione e innovazione sia una mancanza di rispetto per tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro o gli allievi delle scuole di periferia: le due cose non si escludono e comunque non siamo né il Ministro del Lavoro né quello dell'Istruzione. Deluderemo chi ci riteneva i nuovi leader politici del centrosinistra: mai detto di esserne capaci né di volerlo fare, anzi. Ci dispiace per tutte le sardine che in queste ore si sono dovute giustificare per la nostra ingenuità. Ci dispiace che questo errore abbia messo in secondo piano la lettera a Conte. Ci dispiace doverci assumere ogni giorno una responsabilità che non abbiamo mai chiesto ma che ci viene cucita addosso».

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