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Sondaggi a picco, leader assenti. E' la fine del Movimento 5 stelle

Da sinistra Di Battista e Di Maio

Rinviati gli Stati generali, ma la scissione resta probabile. E l'ultima rilevazione provoca il caos: M5s al 14%, mai così male dal 2013

Carlantonio Solimene
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I sondaggi sempre più deficitari, gli Stati generali rinviati per paura di divisioni, le espulsioni, i pezzi da 90 come Nicola Morra nel mirino dei militanti. E' un momento sempre più complicato quello che sta vivendo il Movimento 5 stelle, alle prese con i primi effetti dei risultati regionali che hanno ridotto il M5S al lumicino e solcato le crepe tra i portavoce e nella base. Al punto che le voci su una possibile scissione hanno ripreso a circolare, all'ombra di un confronto acceso tra sostenitori e detrattori del governo. E con i sondaggi che certificano un arretramento inarrestabile. Il Corriere della Sera ha dato conto dell'ultima rilevazione di Ipsos che ha fotografato per i grillini un consenso del 14% a livello nazionale. In pratica, i minimi dal 2013. Per ora è la linea della continuità a prevalere, ma con ampia riserva rispetto agli auspici del premier, Giuseppe Conte, e degli alleati del Pd. «Non dobbiamo creare qualcosa di strutturale con gli altri partiti», ha messo in chiaro il reggente, Vito Crimi, facendo valere la sua posizione al momento di eleggere il capo delegazione al governo. Alfonso Bonafede ha avuto la meglio su Stefano Patuanelli, esponente dell'ala che guarda al Pd anche in vista delle prossime regionali di primavera. Tutto fermo, dunque, con la prospettiva di protrarre i contenziosi ancora a lungo, visto che degli Stati generali - ufficialmente a causa del referendum sul taglio dei parlamentari fissato per il 29 marzo - se ne riparlerà non prima di aprile. La crisi nel M5S si consuma nel silenzio di Luigi Di Maio, le cui dimissioni a pochi giorni dal voto in Emilia Romagna e in Calabria, erano a molti sembrate una mossa tattica in vista del prevedibile caos. Con la reggenza di Crimi, fedelissimo dell'ex capo politico, poco cambia sul piano istituzionale, salvo l'acuirsi di uno scontro interno in cui Di Maio, ora, può giocare a mani libere. Se Alessandro Di Battista sia disposto a stare al suo fianco è presto per capirlo. Diversi attivisti gli rinfacciano in queste ore di starsene defilato in Iran. Altri lo danno in procinto di tornare per riprendere in mano le sorti del M5S. «Dovrebbe ottenere la guida del partito e portarlo fuori da questa alleanza con il Pd», afferma l'ex senatore Gianluigi Paragone, ventilando l'idea di formare un nuovo soggetto «antisistema» con pezzi del M5s. Max Bugani, esponente storico del movimento, non arriva a tanto, ma avverte che «talvolta un matrimonio può finire». Un clima da tutti contro tutti, insomma, in cui il collegio dei probiviri continua a macinare espulsioni. Stavolta è toccato a una deputata e a un senatore (sei i depennati in totale, quattro dei quali già passati al gruppo misto nelle settimane scorse), rei di aver trattenuto i rimborsi dovuti. Morra, invece, che è anche presidente della commissione Antimafia, resta al suo posto ma è finito sotto attacco dopo aver ammesso di non aver votato in Calabria nè la lista nè il candidato. I pretesti per le rese dei conti non mancano, ma la vera battaglia che si sta combattendo riguarda il posizionamento attuale e futuro del M5S. Le fazioni principali sono quelle che fanno capo a Di Maio, in nome dell'autonomia e dell'equidistanza dai poli, e a Roberto Fico, fautore di un avvicinamento al Pd. C'è poi una frangia nostalgica dell'alleanza con la Lega, ma sembra minoritaria. La rotta andrà definita agli Stati generali, con la relativa decisione su come organizzare la catena di comando, in senso più o meno collegiale. Ma lo slittamento dell'evento rischia di prolungare la guerriglia fino alle regionali, se non oltre. La scelta dei candidati è in corso (Danilo Toninelli ha già aperto la corsa alle «regionarie» in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto), ma il nodo sostanziale è tutto da sciogliere: se presentare il M5s da solo, come è avvenuto in Emilia Romagna e Calabria, o se collegarlo ad altre liste.

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