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Gli alleati non perdonano. Parte il processo a Salvini

Carlantonio Solimene
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Il momento non è quello dei più semplici. Ma Matteo Salvini sa bene che l'unico modo per uscirne è non prestare il fianco a critiche. Né agli avversari della maggioranza, pronti a vedere nello stop alla Lega in Emilia Romagna un'inversione di tendenza a livello nazionale. Né agli alleati del centrodestra, che cominciano ad avanzare dubbi sulla strategia elettorale del Carroccio. Per approfondire leggi anche: Vendetta di Conte su Salvini Così Salvini affronta la conferenza stampa del giorno dopo respingendo uno per uno tutti gli appunti che gli sono stati fatti da quando le proiezioni hanno cominciato a certificare la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna. La citofonata? «Rifarei tutto, anche quello». La candidata troppo debole? «Io sono orgoglioso di aver scelto Lucia Borgonzoni». I toni troppo violenti? «Non è assolutamente vero, altrimenti vorrebbe dire che il 30% che ci ha votato è composto da tutta gente estremista». Insomma, un'autodifesa totale. Volta a guardare soprattutto il bicchiere mezzo pieno: «Se ieri si fosse votato a livello nazionale avremmo stravinto». E a sottolineare ancora le difficoltà del partner maggioritario dell'alleanza di governo, i Cinquestelle: «Non la vedo bene per la maggioranza, adesso si scanneranno tra loro... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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