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Nicola Zingaretti vuole papparsi le Sardine ma resta a bocca asciutta

Davide Di Santo
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Comunque vada, sarà un nuovo Pd. Nicola Zingaretti mette le mani avanti e a due settimane dal voto per le regionali in Emilia Romagna annuncia con un'intervista a Repubblica una rivoluzione nel Partito democratico. Che diventerà aperto "a tutti i progressisti", ovvero Sardine, sindaci come Beppe Sala e Andrea De Caro, ecologisti e schegge ribelli del Movimento 5 Stelle. Per approfondire leggi anche: Regione Lazio, i Pd fanno causa a Zingaretti per i vitalizi "Le Sardine sono un movimento per fortuna autonomo, libero, straordinario, credo molto positivo per la democrazia italiana, ma non vanno tirati per la giacchetta. Sono persone libere e ne sono giustamente orgogliose. Quel movimento chiede alla politica di rinnovarsi, aprirsi e cambiare e noi vogliamo fare esattamente questo, senza nessuna voglia di metterci il cappello o di pensare ad annessioni. È una visione sbagliata. Noi vogliamo nel nome di quei valori continuare una stagione di apertura e rinnovamento", ha detto Zinga a Milano ai margini di un evento. I dem non dicono di no. Con qualche appunto e una certa freddezza. "Poco più di un anno fa -scrive Matteo Orfini su Fb- proposi di sciogliere e rifondare il Pd", ora lo propone Zingaretti ma "non sia solo fuffa, c'è bisogno di chiarezza su alcuni punti''. Ed ancora Andrea Marcucci che spinge sul profilo riformista del Pd: "La proposta di Zingaretti di fare un congresso entro il 2020 mi convince. L'importante è che sia una consultazione vera: di idee, di proposte ma anche di persone. L'altra avvertenza è che non venga messa in discussione la matrice riformista del partito, operazioni nostalgia non devono essere contemplate". "Non è detto che tutte le anime che Nicola evoca siano disponibili ad entrare nel Pd per come lo vedono oggi, in una realtà diversa magari lo sarebbero"m avverte Beppe Sala.  La risposta dei diretti interessati è contenuta in un'intervista a La Stampa di Mattia Santori, leader delle Sardine: "Io sono un moderato di sinistra ma le Sardine no, nel momento in cui raccogliamo consenso trasversale. Uno dei nostri compiti è riconoscere la buona politica non sostituirci ai partiti. Ma può essere che qualcuno che ha partecipato a questo risveglio di coscienze decida di entrare in politica", dice. 

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