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La sanatoria dei rimborsi 5Stelle: basta essere in regola fino ad agosto

Davide Di Santo
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Nel caos dei rimborsi dei parlamentari il Movimento 5 Stelle si arrende alla vecchia politica, ai condoni per i soliti noti, ai colpi di spugna a diretto beneficio della casta. Da oggi, infatti, una inedita precisazione fa capolino sul sito tirendiconto.it, il portale utilizzato per mostrare e certificare i rimborsi al Movimento degli eletti grillini. E proprio sopra la lista dei cittadini in regola e non con le restituzioni. Si legge: "Ad oggi i portavoce devono aver completato la rendicontazione fino al mese di agosto 2019, i mesi successivi non sono da considerarsi ritardo", tutto in maiuscolo e con "agosto 2019" ben evidenziato in grassetto. Ma come? La restituzione ai cittadini di parte delle indennità è dalla nascita del Movimento la prova provata che i "portavoce" entrano nel palazzo per aprirlo come una scatoletta di tonno, non per guadagno personale. E ora arriva il colpo di spugna, col termine di mettersi in regola con agosto 2019, mentre in precedenza gli eletti M5s erano chiamati a fornire la necessaria documentazione entro i due mesi successivi: marzo per la rendicontazione di gennaio, aprile per febbraio e così via. Insomma, tutto è perdonato. Leggi anche: Processo grillino a Fioramonti Ma il fatto è che la situazione è sfuggita di mano e non poco ai leader 5Stelle. Ad oggi, come si apprende su tirendiconto.it, sono una quarantina su 317 i parlamentari grillini in regola a novembre 2019. Il rompete le righe (e i bonifici) è scattato con l'estate, con la crisi del governo gialloverde e la  formazione di quello rossogiallo. Insomma, in questo clima di incertezza, molti rimborsi sono stranamente passati in cavalleria. Leggi anche: Cartolina social della Ehm dalle Maldive: qui per lavorare nei campi Ma il problema non è solo etico. Luigi Di Maio ha richiamato recentemente al rispetto delle regole interne dal momento che cominciano a mancare risorse importanti all'attività del movimento e di Rousseau.  Non rientreranno i soldi del senatore Mario Michele Giarrusso, che ha detto che da gennaio 2019 non restituisce nulla "per costituire una riserva per far fronte alle spese legali per alcuni processi pendenti a mio carico, scaturiti dalla mia attività di parlamentare". 

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