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Nave Gregoretti, ecco le prove che scagionano Salvini: decisione presa dal governo

Matteo Salvini

Il leader della Lega ai giudici: "Inseguite i mafiosi, manco fossi Totò Riina"

Dario Martini
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Matteo Salvini ha conservato copia delle interlocuzioni scritte avvenute a proposito della nave Gregoretti. Si tratta di numerosi contatti anche tra ministero dell'Interno, Presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari. A proposito della redistribuzione degli immigrati, era stata contattata anche la Cei. A rivelarlo sono fonti della Lega che dimostrano così come il leader della Lega, allora ministro dell'Interno, avesse condiviso ogni decisione con il governo in merito alla nave con 131 migranti a bordo per cui il Tribunale dei ministri di Catania adesso lo accusa di sequestro di persona e abuso di potere. "Non a caso - spiegano dalla Lega - il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dichiarava il 30 luglio (nel corso della trasmissione In Onda su La7) che "c'è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell'Interno e della Difesa, la posizione del governo è sempre la stessa: vengono salvaguardati i diritti, le persone che dovevamo scendere sono scese, sono monitorate le condizioni di salute, ma del problema immigrazione deve farsi carico tutta l'Europa", aggiungendo "ringrazio il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d'Europa". "Tutta la documentazione conservata da Salvini è al vaglio dei legali dell'ex ministro dell'Interno e al momento non verrà diffusa", sottolineano le stesse fonti. Matteo Salvini commenta così quanto sta accadendo in merito al caso della Gregoretti: "Io vorrei sapere quanto costa al popolo italiano questa vergogna. Ci sono centinaia di pagine, ore di lavoro, indagini, magistrati, avvocati. Io ho difeso i confini, la sicurezza e l'orgoglio del mio Paese. Quel giudice si rassegni, non mi mettono paura non mi fermo. Rischio 15 anni, più che per un stupro o una rapina. Ai giudici di Catania dico: inseguite i mafiosi piuttosto che rompere le palle a uno che fa il suo lavoro, manco fossi Totò Riina".

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