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"Basta, vada via". Vogliono cacciare Gianluigi Paragone: M5S, caos totale

Silvia Sfregola
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Con la fiducia al maxiemendamento del governo ieri il Senato ha approvato la manovra economica, che con le modifiche sale a 32 miliardi. La maggioranza supera così la prova ma perde altri pezzi: non hanno partecipato al voto quattro esponenti M5s, mentre Gianluigi Paragone ha votato contro. Beppe Grillo arriva a Roma per tentare di ricompattare il M5S ma il movimento è dilaniato dai grillini che continuano a litigare fra loro. Paragone è sotto accusa per aver attaccato Luigi Di Maio che non riconosce più come capo politico del M5S. "Gli hanno messo pure i facilitatori. Non ha più il potere del capo politico" dice intervistato da Agorà su Raitre. Il parlamentare del MoVimento 5 Stelle e vicecapogruppo alla Camera, Riccardo Ricciardi lo dice chiaramente: "Il senatore Gianluigi Paragone, sin dal post voto delle elezioni europee, si è allontanato dalle posizioni del MoVimento 5 Stelle, e si è avvicinato sempre di più a quelle dell'opposizione. Dai nostri iscritti abbiamo ricevuto il mandato chiaro di sostenere questo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Paragone non rispetta né loro, né tutti gli altri portavoce in Parlamento che lavorano per l'esclusivo interesse dei cittadini. Continua a provocare: ha votato contro la manovra che ha evitato, tra le altre cose, 23 miliardi di aumento dell'IVA, e da ultimo, è arrivato anche l'attacco al capo politico Luigi Di Maio. Perché non si dimette? Sia coerente, almeno per una volta e, come aveva annunciato di fare quest'estate, lasci il Parlamento". "Io non riesco a convincere nessuno, se una persona cambia idea può farlo". In serata davanti alle telecamere interviene poi Beppe Grillo che affronta la questione dei fuoriusciti dai Cinque Stelle. E ancora: "Non sono qui per rasserenare nessuno, sono qui per conoscere. Tanta gente non l'ho mai vista né conosciuta".

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