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La sinistra? È a pezzi. Ora Pd e renziani si mandano insulti

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Silvia Sfregola
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A settembre erano nello stesso partito, oggi sembrano lontani anni luce. La convivenza di Pd e Italia viva diventa sempre più difficile, perché il rapporto ormai è logorato da anni di battaglie interne ai dem. Lo scontro sulla manovra lo certifica, con i due partiti che si sono affrontati con toni molto duri, in diversi casi oltre il livello di guardia. Addirittura con il M5S solo spettatore del botta e risposta tra ex compagni di casa. Divisione certificata dalle comunicazioni incrociate che si lanciano contro dem e Iv. Da fonti del Pd arriva la prima bordata: «Italia Viva ai lavoratori italiani preferisce le multinazionali delle bibite gassate, come la Coca Cola. Non vuole diminuire le tasse sul lavoro ma pensa solo a togliere la Sugar Tax, per favorire società per azioni che non hanno sede neanche in Italia». Un'accusa pesante, che provoca la reazione quasi immediata della capodelegazione nel governo, Teresa Bellanova. «Dividere i lavoratori è da miserabili - dice la ministra delle Politiche agricole - La sugar tax colpisce lavoratori, imprese agricole e mondo della trasformazione». Arrivando al vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, poi, il vicecapogruppo renziano alla Camera, Luigi Marattin, affonda un altro colpo, definendo «sovietica» la visione dell'economia del Pd. Poco prima il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani aveva accusato il collega di aver proposto «di togliere 250 milioni dal taglio del cuneo fiscale per i lavoratori per destinarli alla riduzione della Plastic e Sugar tax». Secondo Italia viva il Pd è «ancora ossessionato da Renzi». Mentre tra i Dem monta l'insofferenza per l'atteggiamento dell'ex segretario e per le sue azioni di disturbo sul governo «per marketing politico».

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