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Ecco il piano del governo per "accorciare" il processo civile

Presentato il disegno di legge delega: obiettivo cancellare i tempi morti tra una fase e l'altra, ridurre i riti e favorire la mediazione

Carlantonio Solimene
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Approvato il disegno di legge delega sulla giustizia civile. Un provvedimento che, nelle intenzioni del governo, quando sarà concretizzato dovrebbe contribuire in maniera decisiva a snellire i tempi del processo civile. «Il testo contiene disposizioni destinate a incidere profondamente sulla disciplina del contenzioso civile, nell'ottica della semplificazione, della speditezza e della razionalizzazione delle procedure, fermo restando il rispetto delle garanzie del contraddittorio» spiega Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm, terminato nella tarda notte di giovedì. Tra le novità più significative «la riduzione dei tempi del processo, attraverso la compressione dei termini per lo svolgimento delle varie fasi e l'obbligo, da parte del giudice, quando provvede sulle istanze istruttorie, di predisporre il calendario delle udienze nonché, per le parti, l'obbligo di deposito dei documenti e degli atti esclusivamente con modalità telematiche; a scopi deflattivi del contenzioso, si amplia il catalogo delle controversie nelle quali è obbligatorio il preventivo tentativo di risoluzione alternativa, che viene invece escluso, quale condizione di procedibilità, in alcuni settori nei quali non ha funzionato adeguatamente (responsabilità sanitaria; contratti finanziari, bancari e assicurativi)». Per approfondire leggi anche: Prescrizione, Bonafede: "Mi rifiuto di pensare a crisi di governo" Il ddl delega prevede anche «la semplificazione e la riduzione dei riti - in particolare i riti si riducono da tre a uno quando a decidere è il giudice in composizione monocratica - con la revisione della disciplina del processo di cognizione di primo grado nel rito monocratico e la riduzione del novero dei casi in cui la competenza è attribuita al tribunale in composizione collegiale. In coerenza con le nuove disposizioni, si dispone che anche il processo davanti al giudice di pace si svolga sul modello di quello davanti al tribunale in composizione monocratica, eliminando il tentativo obbligatorio di conciliazione; in tema di espropriazione immobiliare, si introducono nuove norme che mirano da un lato a una maggior tutela del debitore, dall'altro alla riduzione dei tempi e dei costi, a vantaggio del creditore, con la previsione che il debitore possa essere autorizzato dal giudice a vendere direttamente il bene pignorato». «Infine - conclude Palazzo Chigi - particolare attenzione viene riservata dal testo al procedimento per lo scioglimento delle comunioni, che risulta oggi tra quelli con durata più elevata. Poiché lo strumento della mediazione si è rivelato in questa materia particolarmente efficace, si introduce uno speciale procedimento di mediazione, che dovrà essere condotto da un mediatore, avvocato o notaio, iscritto in uno speciale elenco e si prevede che, in caso di esito negativo della mediazione, la relazione finale redatta dal mediatore sia assunta come base per il successivo procedimento contenzioso». Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ha spiegato che la riforma della giustizia interessa tutti i cittadini e le imprese e che «il 90% circa dei cittadini considera la riforma la priorità della giustizia». Entrando nel dettaglio il ministro sottolinea che i motivi del malfunzionamento sono principalmente due: «troppi tempi morti con udienze in cui non succede nulla e le troppe regole differenti a seconda delle cause», ed è per questo che all'interno del codice di procedura civile «ci saranno poche regole per tutti i processi e saranno ridotte il numero delle udienze».

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