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Vertice fiume sulla manovra, ipotesi rinvio microtasse

E Conte a metà incontro lascia tutti per andare al Quirinale

Carlantonio Solimene
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Vertice fiume sulla manovra a Palazzo Chigi, dove il governo cerca di trovare un compromesso sulle microtasse, con Italia Viva che chiede di cancellare o al limite di rinviare il più possibile l'entrata in vigore di Plastic e Sugar Tax. A metà vertice Conte si è allontanato per andare a confrontarsi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'intesa della maggioranza sulla manovra presenta ancora dei punti interrogativi. Secondo quanto si apprende da fonti interne, l'ipotesi sarebbe quella di far slittare Plastic e sugar tax a luglio 2020, ma non è escluso che i tempi possano allungarsi a settembre. Sul piatto c'era anche l'ipotesi di ridurre sensibilmente le soglie percentuali. Per approfondire leggi anche: Lite continua sulle tasse. Per abbassarle più imposte sui giochi Intanto si riscrivono i tempi di lavoro delle commissioni e dell'assemblea, dopo il vertice in due tempi, durante il quale il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, hanno dovuto sedare gli attriti tra le diverse anime della maggioranza di governo. Il pacchetto della legge di bilancio, dal fronte governativo, è praticamente completo, con una intesa che, si spera, regga alla prova del Parlamento. È stata quindi cancellata l'ipotesi di sciogliere in modo differenziato i nodi più stretti (sugar tax e plastic tax) nei due rami del Parlamento, evitando così il rischio di un passaggio in terza lettura in Senato tra il 27 e il 28 dicembre. Secondo fonti parlamentari un ritorno a palazzo Madama aveva messo in allerta sia il Mef che il premier Conte, soprattutto per la mina vagante rappresentata da Matteo Renzi e Italia viva, sempre pronta a riaccendere il dibattito sulla manovra. Pertanto non ci sarà alcuna maratona nel prossimo weekend, il tutto è stato rimandato a lunedì 9 dicembre con il governo che presenterà in commissione Bilancio del Senato l'emendamento frutto dell'intesa di palazzo Chigi. L'ufficio di presidenza della commissione ha infatti aggiornato i lavori alla prossima settimana, ipotizzando il possibile approdo in aula per giovedì 12 dicembre e, con la fiducia, licenziare il testo venerdì 13 dicembre. Due letture quindi, ma in realtà un solo esame, visto che in Senato si chiuderanno anche «le istanze della Camera», bloccando così ogni tipo di modifica. La strada però che il governo vuole percorrere non piace affatto alle opposizioni che hanno annunciato battaglia proprio a Montecitorio. Lo stesso Claudio Borghi ha alzato la voce in aula invitando il presidente Roberto Fico ad insistere «con viva forza perché le prerogative di questa Camera siano rispettate. Non vorrei che sulla manovra il governo voglia procedere con un maxi emendamento al Senato, chiudere lì il testo e farlo arrivare qui con la fiducia. Se succedesse non ci sarebbero precedenti e allora altro che l'intervento della Consulta dell'anno scorso».

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