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I deputati hanno la faccia come il Cud

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Gli onorevoli all'improvviso si sentono poveri: 10,435 euro ma ne rivendicano 5mila in più. Sul sito della camera spuntano tre tabelle...

Franco Bechis
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Negli ultimi dieci anni il Pil dell'Italia è stato zoppicante, un po' giù e un po' su e ben pochi possono dire di stare oggi meglio di allora. Ma c'è chi si sente la vera vittima di questo periodo: i deputati del parlamento italiano. Che atteggiandosi a vittime sacrificali spiegano ai cittadini italiani di essere stata in questo periodo la categoria che ci ha rimesso di più. Certo, oggi hanno una indennità base di 10.435 euro lordi al mese, ma secondo la legge avrebbero avuto diritto a 15.097,65 euro, e quindi è evidente che hanno tirato la cinghia più di tanti altri. Pur godendo di generosi rimborsi netti mensili (fra cui 3.500 euro di diaria e circa 1.100 euro mensili di rimborso taxi per l'aeroporto erogati anche a chi prima di essere eletto viveva già a Roma e dintorni), per spiegare la loro sofferenza il presidente della Camera Roberto Fico ha autorizzato la pubblicazione di tre grottesche tabelle (che oggi riproduciamo parzialmente) per fare capire quanto i poveretti ci hanno rimesso. Perché dal 2007 hanno stretto volontariamente la cinghia, rinunciando al recupero dell'inflazione. Così si vede che da allora la curva dei loro stipendi scende addirittura più della magrissima curva del Pil italiano e molto sotto le «variazioni percentuali degli indici nazionali dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati». Capito il raffronto? In questi dieci anni hanno fatto la bella vita gli operai italiani, recuperando a pieno l'inflazione nelle buste paga. Mentre i bistrattatissimi parlamentari hanno sofferto, taglio dopo taglio. Intanto perché nel 2005 la loro indennità mensile era di 12.434,32 euro lordi, e quindi in valore assoluto ne hanno persi circa 2 mila al mese. Poi perché non c'è stato più quel tradizionale adeguamento automatico allo stipendio dei magistrati che li avrebbe portati oggi a oltre 15 mila euro al mese. Non so chi abbia suggerito di pubblicare questo vero e proprio pianto greco sul sito Internet della Camera dei deputati alla voce «trattamento economico», ma mi sembra che non sia un genio della comunicazione, perché è assai facile pronosticare che si infurierà ancora di più ogni cittadino contribuente che scorrerà quelle pagine digitali e aprirà le grottesche tabelle di raffronto. Scelta così infelice che i colleghi senatori si sono ben presi guardia dall'emulare la scelta compiuta dai collaboratori di Fico. Chissà, pensavano che molti dei lettori mossi a compassione da una cinghia tirata fino a soffocare il fiato si sarebbero precipitati a lanciare una sottoscrizione in loro favore. O più probabilmente è il segno di una ribellione degli onorevoli al clima che li ha messi all'indice in questi dieci anni. Curioso avvenga ora che i più grandi fustigatori di quelle onorevoli buste paga- i cinque stelle- sono arrivati al potere in ogni palazzo. Ma qualche segno del clima mutato, della ribellione degli onorevoli che furono casta, si è visto anche ieri dopo la pubblicazione proprio su Il Tempo della foto desolante dell'aula di Montecitorio vuota (appena sei presenti) durante la discussione generale del decreto per i terremotati. Avremmo immaginato che pizzicati su questa mancanza di rispetto verso quella povera gente, qualcuno si scusasse. È accaduto l'esatto contrario: è finito sotto processo chi ha scattato la foto dell'aula vuota e chi l'ha pubblicata, entrambi definiti «cialtroni». Sì, a Palazzo il clima è proprio cambiato...

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