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Conte avverte i suoi. E dice basta alle liti

Carlo Antini
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Il premier Conte cerca di compattare la sua maggioranza e chiede di porre un freno ai litigi. L'esecutivo a gennaio non cadrà, ma basta con le liti. Giuseppe Conte lancia l'ennesimo avvertimento alla sua maggioranza e continua a predicare «unità e concentrazione», nella speranza che prevalgano su «proclami e frasi a effetto». Dopo l'incontro tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio, in cui garante e capo politico del M5S hanno messo sul tavolo l'ipotesi di rilanciare l'attività dell'esecutivo con un nuovo contratto di Governo, anche il presidente del Consiglio prova a spostare più in là l'orizzonte della fine della legislatura, che in più occasioni e su diversi dossier, negli ultimi giorni, è sembrato avvicinarsi. Per approfondire leggi anche: Impedivano a Conte di fare pipì «Con il nuovo anno dovremo realizzare un cronoprogramma con le riforme che l'Italia attende da anni», spiega il premier. Dal Nazareno, anche il capodelegazione Dario Franceschini punta ad arrivare al traguardo del 2023: «Con stili diversi, Grillo e Zingaretti hanno detto la stessa cosa: chiusa la legge di bilancio e risolti i due problemi più urgenti che sono Ilva e Alitalia, bisogna ridefinire il progetto di riforme per il futuro della legislatura», sottolinea il ministro della Cultura. E fissa già in calendario l'appuntamento dopo l'Epifania (prima del voto in Emilia Romagna, in programma il 26 gennaio). Anche Di Maio converge sulla necessità di dare una nuova spinta al Governo: «Adesso c'è da prendere il largo, perché se vuole durare tre anni questo Governo deve avere delle tappe serrate sulle leggi da approvare». L'idea di un 'contrattò, però, non ha mai convinto Zingaretti e i dem. Franceschini lo dice chiaro: «Lasciamo perdere i contratti che per natura sono accordi tra controparti, garantiti da un notaio - spiega -. Non abbiamo bisogno delle firme, ma di un'intesa politica». E se l'ala dem più governista punta comunque ad andare avanti, c'è chi, come il vicesegretario Orlando, continua a 'seminarè avvisi per gli alleati: «La condizione più pericolosa per la tenuta del governo è l'attuale, di separati in casa», insiste. Si cambi, dunque. E sono tanti i dossier sui quali gli alleati sono 'incartatì. Dalla legge elettorale (tavolo al quale il Pd ha minacciato di far sedere il Carroccio con l'obiettivo di approvare un sistema maggioritario, avvisando di fatto M5S e Iv), alla riforma della giustizia, che il premier mette tra le priorità da affrontare a gennaio, ma ancora un accordo sulla prescrizione non c'è. Anche sul Mes, poi, la strada è in salita. Conte invita a «non banalizzare un dossier tanto complesso: i dossier vanno studiati e, per ottenere risultati vantaggiosi per il nostro Paese, dobbiamo sederci ai tavoli europei e far valere le nostre argomentazioni».

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