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La spallata sulla manovra funziona sfruttando le debolezze grilline

Franco Bechis
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Ho visto l'altra sera in tv un paio di ore su Matteo Salvini e la Lega. Nella prima parte lui era un burattino di Vladimir Putin messo in campo per destabilizzare l'intero Occidente. Nella seconda parte invece il capo dell'internazionale fascio-nazista. Non era un gruppo di pazzi quello che sciorinava queste certezze: c'erano direttori di giornali, conduttori tv e la vera icona di questo mare di banalità: Laura Boldrini. Ma al di là della trasmissione tv (per fare nomi era "Piazzapulita" su La7), quel secondo tema - il Salvini fascio-nazista - è stato un crescendo fino a ieri alla vigilia della manifestazione, dove per la maggiore parte della grande stampa sembra che si trovi solo un gruppo di nostalgici di estrema destra guidati da CasaPound. Ecco, sentire tante e tante di queste corbellerie mi ha fatto venire una gran voglia di essere in piazza San Giovanni, dove oggi alle 15 sarò come migliaia di altri italiani non solo per il mio mestiere di giornalista. Se questo è il filtro attraverso cui si guarda una parte di popolo che oltretutto ha mostrato di essere la maggioranza del Paese anche se non conta mai un fico secco, non ho dubbi: sono da quella parte. Perché difendo il diritto di chiunque di manifestare se lo fa con modi pacifici e senza violenza sulle cose: due condizioni queste che negli anni sono sempre state patrimonio del centrodestra e assai meno dei compagni di strada e di corteo di chi oggi da sinistra tende sempre a dare lezioni morali a tutti. Le Boldrini dovrebbero guardare con più attenzione le sinistre compagnie di tante manifestazioni di piazza: quelle che scassavano i bancomat degli istituti di credito, le vetrine dei negozi, panchine pubbliche, lampioni e così via divertendosi quando non è accaduto qualcosa di peggio. Si ricordino chi frequentano e hanno sempre frequentato loro prima di distribuire a chicchessia patenti di civiltà e democrazia. Piazza San Giovanni oggi è il cuore della democrazia, in modo lampante dopo l'ennesima volta in cui a prendere il potere del palazzo è stato chi democraticamente era stato spedito all'opposizione dagli italiani. Non mi riferisco al M5s, che nel 2018 ebbe il consenso popolare che giustifica la sua permanenza al governo, ma al Partito democratico che dopo avere occupato il palazzo per un lustro grazie a una truffa agli elettori (presero pochi voti per governare con Nicky Vendola e guadagnare un premio di maggioranza pazzesco, ma all'indomani si tennero tutto loro sbattendo fuori l'alleato), e poi per decine di volte hanno chiesto in ogni luogo di Italia il responso degli elettori che da 5 anni li hanno sempre bocciati. Non fregandogliene nulla di cosa pensano e vogliono gli italiani e scippando loro pure il legittimo responso, hanno nuovamente occupato ogni angolo di potere. Non venitemi a raccontare la favoletta delle regole della democrazia parlamentare: il Pd è tornato al potere facendo il gesto dell'ombrello agli italiani, e si vede ogni giorno. Manco sono riusciti a vivere un attimo di luna di miele dalla nascita del governo giallorosso. Già piccoli e lacerati da mille correnti, si sono scissi e litigano ogni giorno anche con i cinque stelle, tanto da fare sembrare più sereni perfino gli ultimi periodi del governo gialloverde. Basta scorrere le bozze della manovra economica appena varata dal consiglio dei ministri "salvo intese" (e quindi non approvata) per capire come oggi sia importante questa piazza di Roma. Un'accozzaglia di balzelli che ben conosciamo nella storia (è figlia della meravigliosa manovra 2007 delle 100 tasse di Romano Prodi) che riesce perfino a fare governare i grillini. Leggi quel testo e torni alla realtà. Per mesi i vertici del Pd ci hanno bombardato sul "clima di odio" che Salvini avrebbe diffuso ad ampie mani. Il leader della Lega avrà avuto un linguaggio crudo e un pizzico ruspante, ma è un bicchiere d'acqua rispetto all'odio vero- questo sì profondamente ideologico- che trasuda dai codicilli della legge di Bilancio per il 2020. Odio verso il ceto medio che non vuole convertirsi a sinistra nemmeno di fronte a regalucci del passato, perché ha una sua dignità. Odio verso le partite Iva, i commercianti, i piccoli imprenditori che non hanno mai baciato la pantofola degli eredi del partito comunista (con l'uscita di Matteo Renzi dal Nazareno sono loro il Pd) in tutti i loro travestimenti politici di questi anni. Quella cultura non appartiene alla maggiore parte dei grillini né a Luigi di Maio, e stanno traballando dopo avere letto quel che all'intero governo ha servito l'alleato che oggi ha in mano i ministeri economici. Ecco, è un gran colpo di fortuna che la manifestazione di piazza San Giovanni arrivi proprio in questo momento, perché l'urlo di quella piazza può dare la spinta decisiva a fare saltare quell'impianto sinistro della manovra 2020 e risparmiare agli italiani l'ennesima vessazione.

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