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Poltronissima all'esperto di Conte

Blitz del governatore Visco per promuovere funzionario generale Piero Cipollone

Fosca Bincher
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Prima mossa, 27 settembre scorso. Quel giorno il Consiglio Superiore della Banca di Italia si riunisce in gran segreto e a sorpresa delibera di modificare la pianta organica dei funzionari generali dell'istituto di via Nazionale: erano 11, diventano 12. Nessuno spiega il motivo di questo allargamento di poltronissime soprattutto dopo anni in cui il governatore Ignazio Visco si è giustamente vantato dell'operazione opposta: ridurre personale, soprattutto quello apicale in una banca centrale che da quando esiste la Bce ha ovviamente perso buona parte delle sue tradizionali funzioni. Non solo: i funzionari generali hanno sotto di loro altrettante strutture di Banca d'Italia, e una dodicesima al momento non esiste: il Consiglio Superiore non ne ha fatto cenno, ma i sindacati interni dalle prime ore dopo quella decisione hanno iniziato a discuterne animatamente: quale dipartimento ad hoc nascerà per la nuova posizione? E soprattutto chi è il predestinato di questa misteriosa e insolita promozione? La risposta sarebbe arrivata pochi giorni dopo, il primo di ottobre, con una nota rivolta a «tutti i dipendenti» dallo stesso Governatore Visco. «Care colleghe, cari colleghi», esordisce il numero uno di via Nazionale, «vi informo che - sentito il Direttorio - ho nominato Piero Cipollone Funzionario generale con decorrenza dal 1° ottobre 2019 con l'incarico di alta consulenza al Direttorio per l'organizzazione delle funzioni della Banca e le relazioni istituzionali». Eccolo dunque il prescelto, su cui Visco fornisce una doppia notizia: la promozione, ovviamente, e al tempo stesso la conseguente impossibilità di un suo ritorno a Palazzo Chigi. Fino a questa estate con il governo gialloverde infatti Cipollone era uno dei consiglieri più fidati e decisivi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ufficialmente inquadrato presso la presidenza del Consiglio dei ministri come esperto a titolo gratuito, è stato però l'uomo chiave del premier per la soluzione di molte partite delicate. Ha ammorbidito le tensioni con la commissione europea, occupandosi in qualche occasione dei rapporti diretti proprio con il presidente della commissione Jean Claude Juncker. Ha preparato slide e discorsi del premier per incontri importanti con organizzazioni economiche internazionali a cui doveva spiegare le politiche di bilancio. Ma soprattutto ha preso in mano portandolo a soluzione il dossier governativo sul salvataggio di Carige. Così fra i due è nato un rapporto così stretto che lo stesso Conte aveva immaginato di proporre a Visco proprio il nome di Cipollone quando si è trattato di concordare con il governo il rinnovo del direttorio della Banca di Italia. Si sono poi trovate altre soluzioni, ma fra Visco e Conte non c'è mai stato alcun tipo di frizione su quella possibile candidatura. Lo dimostra non solo la promozione in sé a funzionario generale che è anche segno della definitiva pax siglata fra palazzo Chigi e via Nazionale, ma anche la motivazione che ne offre Visco nella sua comunicazione ai dipendenti: «Nel suo percorso professionale Piero Cipollone, attuale vice capo del dipartimento circolazione monetaria e bilancio, ha maturato significative esperienze professionali, anche in ambito internazionale, in diversi campi dell'analisi economica e più di recente in materia di bilancio e controllo economico di gestione dimostrando sempre elevata capacità di rappresentare la Banca nei rapporti con i numerosi e qualificati interlocutori esterni all'Istituto». Intendiamoci, Cipollone ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto, che però non era stato sufficiente a fargli compiere quel salto di gradino prima dell'esperienza a palazzo Chigi al fianco di Conte. Eppure poteva vantare credenziali importanti come avere lavorato alla Banca di Italia per ben 15 anni nel decisivo servizio studi, poi nominato dal governo di Romano Prodi commissario e da quello di Silvio Berlusconi presidente dell'Invalsi (fino al 2011). Poi per quattro anni direttore esecutivo della Banca mondiale in rappresentanza di Italia, Portogallo, Grecia, Malta, San Marino, Albania e Timor Est. Rientrato in via Nazionale è stato prima capo del servizio pianificazione e controllo e poi fino ad ora vice capo del dipartimento circolazione monetaria e bilancio. Per il gran salto che cambia addirittura la struttura della banca centrale italiana ci è voluta la benedizione di Conte.

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