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Cittadinanza agli stranieri, M5S e Pd insieme per lo ius culturae

Katia Perrini
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M5S e Pd fanno fronte comune: l'iter dello Ius Culturae può ripartire. La proposta di legge sulla cittadinanza, abbandonata nella scorsa legislatura, sarà all'esame della commissione Affari Costituzionali alla Camera da giovedì e per l'occasione cambia nome. Accantonato il discusso "diritto del suolo", che aveva scatenato l'ira e l'opposizione dei partiti politici più spostati a destra, la legge cambia puntando sul diritto di ritenersi italiani dopo aver completato un ciclo di studi nel Paese. Il relatore sarà Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione, che succede a Roberto Speranza, nominato ministro della Salute del governo giallorosso. A fine ottobre 2018 era stato il gruppo di Liberi e Uguali a chiedere l'incardinamento della proposta di legge a prima firma di Laura Boldrini, oggi nel Pd. «In commissione arriveranno altre proposte di altri gruppi, tra cui anche quella del Movimento 5 Stelle, e le esamineremo - spiega Brescia -. Personalmente credo che lo ius culturae possa rappresentare una soluzione ragionevole, anche perché mette al centro le nostre scuole come potente fattore di integrazione. Spero che la politica tutta, maggioranza e opposizione, si dimostri all'altezza di un dibattito che chiama in causa diritti e doveri, appartenenza e inclusione». Non è escluso che il movimento porti sulla piattaforma Rousseau il tema, per essere votato dai militanti. La prima critica arriva dal leader della Lega, Matteo Salvini: «La Lega si batterà contro lo Ius Soli comunque lo chiamino, contro la cittadinanza facile, senza se e senza ma. Se questa è la priorità del governo, povera Italia...». La politica ha quindi risposto presente all'appello del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che oggi aveva rilevato «un cambio di passo» verso i migranti auspicando che lo Ius Culturae fosse promosso perché «l'integrazione, senza il riconoscimento da un punto di vista normativo, sarebbe un contenitore vuoto». E il primo a esultare è proprio Matteo Orfini, deputato del Pd, che nei giorni scorsi aveva posto al centro della sua battaglia l'esigenza di riprendere in mano il provvedimento con la stessa urgenza invocata dai 5Stelle per il taglio dei parlamentari. «Ecco il primo piccolo passo avanti: il 3 ottobre alla Camera comincerà la discussione sullo ius culturae. Si può fare. E si può fare subito», scrive l'ex presidente Dem richiamando la maggioranza all'unità su questo tema. «Se tutti crediamo in quel che abbiamo dichiarato, si può fare. Se per tagliare i parlamentari ci vogliono solo 2 ore, come dice spesso Di Maio, per fare lo Ius soli ci vogliono solo pochi giorni - scrive ancora -. Pochi giorni per restituire un diritto negato a tante persone. Che ne dite, lo facciamo o ci spaventiamo di Salvini?». E la battaglia di Orfini viene condivisa dalla maggior parte della maggioranza, per lo più del Pd, con il capogruppo in Senato Andrea Marcucci che argomenta: «Una gestione degli sbarchi governata e non affidata agli show estemporanei, una maggiore condivisione dell'Europa. In questo contesto è giusto, come dice Orfini, portare finalmente all'approvazione lo Ius Culturae».

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