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Renzi è già a quota 500 mila. Ma sono euro, non militanti

Pochi contributi fino a giugno per i comitati civici di Matteo. Poi il boom

Fosca Bincher
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Matteo Renzi è arrivato a quota 510.841. Non sono voti e nemmeno ancora tessere di militanti per la sua neonata Italia Viva. Si tratta di euro, e sono quelli già incassati da inizio anno per i suoi comitati civici che sono alle spalle del nuovo partito. È proprio l'andamento dei finanziamenti a fare pensare che lo strappo dal Partito democratico fosse noto a molti dei renziani e perfino ad autorevoli sostenitori esterni fin da inizio estate. Perché da gennaio a maggio i comitati civici avevano raccolto si e no qualche spicciolo (da un minimo di 603 a un massimo di 3.933 euro. Poi a giugno sono arrivati Lapo Rattazzi a versare 10 mila euro (ne verserà poi altri 40 mila ai primi di luglio) e Gianfranco Librandi con la sua Tci-telecomunicazioni Italia a versarne 6.710 (anche lui farà un bis di 5 mila a metà luglio). A luglio si inserisce nella lista dei finanziatori il primo parlamentare del Pd, Salvatore Margiotta, che ha versato mille euro. Ma nel mese arrivano già contributi importanti da fuori. Come quello di Daniele Ferrero del gruppo Venchi (100 mila euro) e del solito finanziere David Serra (90 mila euro). Altri diecimila euro vengono dalla Quintessentially concierge dalla ex famiglia farmaceutica Zambeletti. E continuano a piovere contributi abbastanza rilevanti. Dai primi di agosto però scendono in campo sia pure con piccoli contributi quasi tutti i parlamentari che ora sono confluiti in Italia viva, con in testa Maria Elena Boschi che fa due versamenti. Versa i soldi lo stesso Renzi, che eroga un contributo di 10 mila euro alla sua creatura. Versano pure quelli che resteranno nel Pd come Anna Ascani (1.500 euro). E continuano ad arrivare finanziamenti più vip, come i 15 mila euro donati da Alessandro Fracassi, fondatore di Mutui on line, i 5 mila di Giulio Canale della Saes Getters, i 10 mila euro della Energas, azienda napoletana di energia controllata dal gruppo Zeta gas e dalla Kuwait Petroleum. E pure i 20 mila dello stilista Bruno Pugliese Tomassini, che fu fra i fondatori dell'Arcigay e dopo tanti anni ha potuto unirsi con il suo Edoardo grazie alla legge sulle unioni civili di Monica Cirinnà.

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