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Metà discorso contro la Lega. L'ossessione di Conte per Salvini

Duello al Senato. Il premier punzecchia di continuo il Carroccio. E la Casellati alla fine lo richiama

Carlantonio Solimene
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Nel bene e nel male, il leit motiv della partenza di questo secondo governo Conte sta tutto nel dualismo tra il premier e il suo ormai ex vice Matteo Salvini. E se il leader della Lega, per una volta, nei suoi venti minuti di intervento sceglie di ammorbidire per una volta i toni (senza risparmiare al presidente del Consiglio, però, l'accusa di essere "imbullonato alla poltrona"), Conte decide nuovamente di caricare a testa base contro uno degli azionisti del suo precedente governo. Al punto che, a un certo punto, la presidente dell'Aula Alberti Casellati è costretta a richiamare il premier e a chiedergli di rivolgersi a tutta l'aula, e non solo ai banchi del Carroccio. Il presidente del Consiglio dedica buona metà della sua replica a Salvini. "Molti degli interventi, e soprattutto quelli dell'opposizione, indulgono sul passato - esordisce - e c'è chi è rimasto all'8 agosto, quando con arroganza e scarsa conoscenza del diritto costituzionale pensava di attivare unilateralmente una crisi e riteneva di poter unilateralmente decidere di portare il Paese alle elezioni e ancora più unilateralmente di portare il Paese a elezioni e in campagna elettorale da ministro dell'Interno e ancora ha deciso unilateralmente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri". "Se questo era l'obiettivo - continua Conte - è comprensibile che chiunque lo abbia ostacolato, tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della Costituzione, che tutti costoro siano diventati nemici". Il discorso del premier è stato più volte interrotto dalle proteste dell'opposizione. Specie quando Conte ha affrontato il tema degli affidi (e dai banchi della Lega si è alzato il coro "parlateci di Bibbiano") e quando si è affrontato il tema dell'immigrazione, con il capo del gioverno "rosso-giallo" che ha ricordato la superiorità della legislazione europea rispetto a quella italiana e i senatori del Carroccio gli hanno urlato "non abbiamo bisogno delle tue lezioni", alternando i soliti fischi al coro "dignità". La Casellati ha fatto fatica a mantenere l'ordine in Aula e ha richiamato spesso i senatori, ma uno dei rimbrotti se l'è preso anche il premier: "Presidente, parli con tutta l'Aula". Conte si è lamentato perché i senatori non restavano in silenzio, poi a poco a poco la tensione è calata.

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