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"I grillini vogliono liberarsi di Di Maio"

Per il manager Chicco Testa il Pd rischia di chiudere un accordo al ribasso

Gaetano Mineo
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Nel 2016 era a un passo dal rimpiazzare Federica Guidi. Ma poi, l'allora premier Matteo Renzi, ha dato il ministero dello Sviluppo economico a Carlo Calenda. Tuttavia, non mancano incarichi nell'ultra trentennale carriera di Chicco Testa. All'anagrafe Enrico Testa, il 67enne bergamasco è stato fondatore di Legambiente, due legislature prima con il Pci, poi riconfermato deputato con il Pds. E ancora, dirigente d'azienda (privata e pubblica). Come anche giornalista e scrittore. E oggi, tra l'altro, è presidente di Assoambiente. Ma l'uomo di sinistra, in Chicco Testa è sempre vivo. E ammette che “da tantissimi anni uno dei problemi del Pd, è la convivenza tra due culture…”. Presidente Chicco Testa, cantieri aperti per un probabile governo M5s-Pd. “Una pur minima amalgama tra queste due forze ci vorrebbe. E' del tutto evidente che le prospettive programmatiche dei due partiti erano fino a ieri piuttosto divergenti. Devo dire, tuttavia, che faccio fatica a dire quale sia la consistenza programmatica dei 5stelle, perché più che incaponirsi su alcune pregiudiziali, non è che nel M5s ci sia un pensiero strutturato con cui si può farvi conto. Per cui, le difficoltà per una alleanza sono molto grandi”. Quindi? “Ho la sensazione che i 5stelle vogliono liberarsi di Luigi Di Maio, per loro un problema più che una risorsa. Il rischio è che si chiuda un accordo al ribasso, perché nel Pd c'è un'anima ‘grillina', populista, giustizialista, socialista vecchia maniera diciamo che può incrociarsi con temi pentastellati come acqua pubblica, no agli inceneritori, un certo antiamericanismo… e che spero non prevalgano”. Quali gli ostacoli principali in questo percorso? “Uno dei problemi di questa alleanza è che i 5stelle pensano che per recuperare voti debbano recuperare i loro temi identitari. Per dirne una, non è che cambia la vita degli italiani se togli la concessione autostradale ai Benetton, e potremmo andare avanti con no Tav… Io, invece, non vedo in questo dibattito politico alcune parole chiave come crescita, debito pubblico”. Ha parlato di un rischio che si possa chiuda un accordo M5s-Pd al ribasso. “Sarò più chiaro. Nella composizione del governo, se tutte le caselle saranno occupate da esponenti prettamente politici, inizierà il marcamento uomo-uomo con le inevitabili conseguenze… Quindi, bisognerebbe volare un po' alto. Esempio: una cosa è se Pd e M5s decidessero di mettere all'Economia Lucrezia Reichlin, altra cosa, invece, se collocassero un uomo di partito”. Come spiega questo azzardo del Pd a fare un governo con uno storico suo avversario come i 5stelle? “Il problema è quello che il Pd si porta appresso da tantissimi anni, la convivenza tra due culture. Una europea, riformista, socialdemocratica, liberale; e l'altra di una vecchia sinistra. Per dirne una: quando ho letto nel documento approvato recentemente in Direzione “ci vuole un nuovo modello di sviluppo”, parliamo di concetti risalenti a quaranta anni fa che poi sono delle formule che non dicono assolutamente niente”. Insomma, mossa sbagliata quella di Zingaretti? Dico la verità, sono molto combattuto. Non c'è dubbio che c'è stata la possibilità di Matteo Renzi di mettere all'angolo quello che per il Pd era comunque il nemico principale, Matteo Salvini. Poi non lo so se Renzi riuscirà a gestire questa mossa con un partner politico (M5s, ndr) che rappresenta comunque una filosofia opposta a quella dello stesso Renzi”. Nelle politiche di governo è spesso assente la green economy. “Dovremmo cominciare a parlare non di ambientalismo in termini generici ma di politiche ambientali più efficaci. Invece, ho l'impressione che questo dibattito sia molto ideologico e quindi non porta da nessuna parte. Esempio. Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, che ha passato più di un anno a dire no a tutto, lui si considera un super ambientalista. Io, invece, lo considero uno che non ha capito come si governano le politiche dell'ambiente. Oppure a Roma. E' ambientalista una sindaca che dice che sul mio territorio non voglio nessun impianto per lo smaltimento dei rifiuti. Pensi che si evaporino i rifiuti…”.

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