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Autonomia, salta il tavolo: scontro Lega-M5S

Niente accordo sulla riforma voluta da Carroccio e Regioni. Il vicepremier leghista minaccia la crisi di governo: "Così non si va avanti"

Gaetano Mineo
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Salta l'intesa sull'Autonomia. Il flebile accordo tra Lega e M5S sul regionalismo differenziato sfuma con il vicepremier Matteo Salvini che dopo un'ora e mezza di tavolo a palazzo Chigi va su tutte le furie. «Invece di andare avanti si torna indietro - fanno filtrare da via Bellerio - I 5stelle condannano il Sud all'arretratezza». Il Carroccio trova di fronte a sé un muro pentastellato di distinguo, che manda all'aria quanto fatto nelle ultime settimane. I pentastellati non ci stanno e fanno trapelare che a palazzo Chigi «la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud. Per il M5S è totalmente inaccettabile». Una proposta, fanno sapere, «discriminatoria e classista» perché «impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alle famiglie di mandarli a studiare in altre università, diventerà difficile e costoso anche prendere un solo treno da Roma a Milano. Follia pura». Più che uno stallo si tratta di una vera e propria battuta d'arresto, che si trasforma in una tempesta. I nodi restano la scuola e la sanità, due punti su cui i due contraenti del contratto di governo non intendono piegarsi a compromessi. Il clima è rovente nella sala che ospita non solo il premier Giuseppe Conte con i due vicepremier, Salvini e Di Maio, ma anche i ministri competenti, come Stefani, Lezzi, Grillo, Bussetti, Bonisoli, e i sottosegretari Giorgetti, Buffagni, Garavaglia e Castelli. Volano parole grosse. La ministra per Affari regionali, si sarebbe rivolta a Giorgetti così: «Giancarlo, questa è una presa per il c...». La discussione si inceppa e a un certo punto le due anime dell'esecutivo del cambiamento si accorgono che 'non si può andare avantì. La riunione di aggiorna sine die, con il rischio che tutto slitti a dopo la pausa estiva. Il presidente tenta la mediazione, ricorda che la dialettica aiuta il confronto e che comunque la riforma deve svilupparsi nel perimetro della Costituzione. «Dobbiamo introdurre strumenti di salvaguardia solidaristici per evitare che l'Italia, come dire, si slabbri. Un progetto del genere sarebbe inaccettabili» avverte il capo del Governo. Il Capitano non concorda: «Ci vuole il coraggio di premiare il merito, questo è il concetto di Autonomia, che fa bene innanzitutto ai cittadini del Sud che sono stati sfruttati e derubati da una politica incapace negli ultimi decenni». Il problema però non è Conte, ma i 5Stelle e avverte: «Così non si va avanti, non è possibile. Chi difende il vecchio non fa un favore a nessuno. Autonomia significa incentivare. E io voglio un governo che corre, che lavora, che cresce. Non che torna indietro».

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