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Francia e Germania all'attacco. Salvini: "Non accettiamo lezioni"

L'arresto di Carola Rackete apre lo scontro nell'Unione europea. La comandante verrà interrogata lunedì

Carlo Antini
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«Salvare vite umane è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato. Spetta alla giustizia italiana chiarire velocemente le accuse». Non le manda a dire su Twitter il ministro degli Esteri della Germania, Heiko Maas, nel giorno dello sbarco della nave Sea Watch 3 a Lampedusa. La capitana tedesca, Carola Rackete, è agli arresti domiciliari e la nave è sotto sequestro. Ma critiche sono arrivate anche dalla Francia e da Lussemburgo, a testimonianza del fatto che per il governo gialloverde sul fronte migranti la strada è in salita nei rapporti con gli altri Paesi dell'Unione europea. L'Italia «ha annunciato una chiusura dei suoi porti, in violazione del diritto internazionale del mare, anche se gli sbarchi di persone soccorse in mare continuano ad avvenire in Italia, sia da parte di navi di Ong, sia di navi della guardia costiera italiana», è il contenuto di un comunicato del ministero dell'Interno francese guidato da Cristophe Castaner. Si riaccende, quindi, la polemica fra Parigi e Roma, dopo le frizioni delle scorse settimane su Ventimiglia. È arrivata, infatti, a stretto giro la replica del titolare del Viminale, Matteo Salvini, secondo cui «difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L'Italia - ha chiarito - non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani». Intanto, anche da Lussemburgo giunge una presa di posizione forte contro il governo. «Caro Enzo, ministro degli Esteri italiano», «vorrei sollecitare il tuo aiuto» perché «Carola Rackete, che era ai comandi della nave battente bandiera olandese ed era in obbligo di far sbarcare 40 migranti a Lampedusa, oggi 29 giugno, sia rimessa in libertà», ha scritto il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, in una lettera indirizzata all'omologo Enzo Moavero Milanesi, in cui sottolinea che «salvare delle vite umane è un dovere e non potrà mai essere un delitto o un reato; non salvarle, al contrario, lo è. Come in passato il Lussemburgo resterà sensibile all'idea di solidarietà con l'Italia per quanto concerne la ripartizione dei migranti salvati dalle navi delle ong nel mar Mediterraneo».

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