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Francia e Germania volevano rifilare Enrico Letta ai gialloverdi

Ipotesi presidenza del Consiglio Ue per l'ex premier di centrosinistra. Ma Lega e Cinquestelle dicono no e rilanciano: "Dateci gli Affari economici"

Carlantonio Solimene
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Enrico Letta alla presidenza del Consiglio europeo come "contentino" all'Italia che avrebbe rischiato di restare fuori da tutti i ruoli più importanti nelle istituzioni europee. E' questo il contenuto di un retroscena di "Repubblica", che svela però anche come il governo "giallo-verde" avrebbe respinto con fermezza l'ipotesi, chiedendo invece per l'Italia un commissario economico nel prossimo esecutivo continentale. La vicenda si innesta nell'ambito delle trattative per la distribuzione degli incarichi europei dopo le elezioni del 26 maggio scorso. L'Italia ha sempre avuto almeno un ruolo all'interno dei "big five". Con la seconda parte della legislatura scorsa, addirittura, questi ruoli erano diventati tre: il presidente della Bce (Maio Draghi), il commissario per gli Affari esteri (Federica Mogherini) e il presidente dell'Europarlamento (Antonio Tajani). In futuro la situazione potrebbe farsi più complessa. Fuori dalla partita per il presidente della Commissione (la maggioranza italiana sarà di fatto all'opposizione a Strasburgo), destinata a cedere la Bce dopo il settennato di Mario Draghi, l'Italia punta a una poltrona di prestigio sull'economia, magari da affidare a Giancarlo Giorgetti. Peccato che - stando a quanto riferisce "Repubblica" - la richiesta italiana sia stata cassata perché, per i partner continentali - "sarebbe assurdo dare la poltrona di commissario agli Affari economici a un Paese che rischia la procedura per eccesso di debito". Così da Francia e Germania sarebbe partita la controproposta: quella di assegnare all'Italia la poltrona del presidente del Consiglio Europeo. Che, però, normalmente va a un ex premier. Troppo ingombranti Matteo Renzi e Mario Monti, i partner europei avrebbero espresso la loro preferenza per Enrico Letta, che ha dalla sua il fatto di essersi defilato da tempo dalla politica attiva e quindi apparire più "super partes". L'ipotesi, però, è stata respinta dal governo gialloverde, che dopo il trionfo della Lega alle Europee esige ovviamente un proprio rappresentante nelle stanze di Bruxelles e non uno del centrosinistra. Così le trattative dovranno ripartire da zero. E per l'Italia non sarà facilissimo ottenere le poltrone più ambite.

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