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"Spese pazze" in Liguria, Rixi condannato. Salvini: si è dimesso per tutelare il governo

Davide Di Santo
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Condanna in primo grado di tre anni e cinque mesi per Edoardo Rixi, il viceministro della Lega coinvolto nell'inchiesta "spese pazze" nella regione Liguria. Una sentenza attesa che non coglie di sorpresa il partito di via Bellerio, tanto che non trascorre neanche una mezz'ora e lo stesso Rixi diffonde una nota in cui annuncia di aver dato le dimissioni nelle mani di Matteo Salvini. Che, a stretto giro di posta, riferisce di averle accettate per «tutelare lui e l'attività del governo da attacchi e polemiche senza senso». Il vicepremier, tuttavia, non manca di sottolineare polemicamente: «Io rispetto le sentenze e conto su una assoluzione a fine processo, ma trovo incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova». Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ringrazia il viceministro «per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito all'attività di governo». E gli esprime «vicinanza» con «l'auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio». La "mossa" in contropiede di Rixi e Salvini stoppa sul nascere l'ondata di dichiarazioni dei 5 Stelle sul necessario passo indietro, anche se il fuoco di fila era già partito. Velocissimo il presidente della commissione Antimafia, tra i primi a chiedere subito la testa dell'esponente leghista: «Non può rimanere al governo», twitta Nicola Morra. Anche il sottosegretario Stefano Buffagni interviene subito, dicendosi «certo che Salvini chiederà il rispetto del contratto di governo e pretenderà che Rixi faccia un passo indietro dall'esecutivo». Negli stessi minuti il Movimento 5 stelle diffonde una nota: «A proposito della condanna del viceministro Rixi il contratto di governo parla chiaro e siamo sicuri che la Lega lo rispetterà». Ma appunto, tutto si è già consumato nell'arco di pochissimo tempo, e la 'bollà - che rischiava di esplodere come nel precedente 'caso Sirì - si sgonfia, tanto più visto che è Salvini in persona a metterci subito la faccia, sacrificando la testa del viceministro sull'altare della tenuta dell'esecutivo, mette in chiaro, e "ripagando" Rixi per il gesto con la nomina a responsabile Infrastrutture del partito.

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