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Intesa bipartisan, il revenge porn è reato

La Lega insiste con la castrazione chimica

Davide Di Santo
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Via libera bipartisan all'emendamento sul revenge porn e il sexting all'interno del ddl sul codice rosso. Il testo della commissione Giustizia, frutto di un accordo tra maggioranza e opposizione, ha ottenuto 461 favorevoli e nessun contrario. L'ok è stato salutato con un lungo applauso dell'aula. Fino a sei anni di carcere, e sino a 15mila euro di multa. È quanto prevede l'emendamento 1.500 sul "revenge porn", approvato dalla Camera anche con i voti dell'opposizione. «Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro», si legge nel testo dell'emendamento. Sul cosiddetto revenge porn "portiamo in Aula un emendamento della Commissione presentato dalla relatrice Stefania Ascari e condiviso da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Felici per aver trovato questa intesa". Cosi' in una nota la presidente della Commissione Giustizia alla Camera, Francesca Businarolo del M5S. La Lega ritira l'emendamento sulla castrazione presentato al ddl Codice rosso. Lo annuncia la ministra della Pa Giulia Bongiorno, parlando con i giornalisti alla Camera. "È una scelta d'amore per le donne", aggiunge. La castrazione chimica, aggiunge, "farà parte di un nuovo ddl che presenteremo". 

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