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Caso escort, Berlusconi rinviato a giudizio

Silvio Berlusconi

Il gip di Bari: "Pagò Tarantini per mentire al processo". La difesa: "Tranquilli, chiariremo"

Andrea Ossino
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Ancora un rinvio a giudizio. Ancora un processo in vista per Silvio Berlusconi. L'ex premier dovrà difendersi in aula dall'accusa di induzione a rendere false dichiarazioni all'autorità giudiziaria. Nell'inchiesta escort il leader di Forza Italia avrebbe convinto l'imprenditore Gianpaolo Tarantini a mentire. In cambio avrebbe fornito avvocati, un lavoro e cifre a cinque zeri. E a fare da tramite tra Berlusconi e Tarantini, ritengono i magistrati Pasquale Drago ed Eugenia Pontassuglia, sarebbe stato l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola, che verrà giudicato a Bari (per incompetenza territoriale).  Il gup di Bari, Anna Depalo, ha anche accettato la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Siamo tranquilli che a dibattimento in tempi rapidi il presidente Berlusconi sarà assolto”,  ha dichiarato l'avvocato Nicoló Ghedini. Ed è proprio sui tempi rapidi che sorgono numerose polemiche. Tra impegni istituzionali, legittimi impedimenti e cavilli vari, la richiesta di rinvio a giudizio era in piedi dal 2014. A complicare la faccenda sono state anche le difficoltà fisiologiche del tribunale barese, la “tendopoli giudiziaria”.

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