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Fiducia sul decreto Sicurezza, il governo decide domani

Davide Di Santo
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Il governo valuta se porre la fiducia sul decreto Sicurezza al Senato per evitare sorprese nel voto dopo la spaccatura nella maggioranza sulla prescrizione. Il dl voluto da Matteo Salvini è da giorni al centro delle polemiche interne al M5S, con una fronda di 'ribelli' che si oppongono apertamente al decreto minacciando di votare contro. Un problema per il governo, con la maggioranza che in Aula conta sulla carta su un margine appena discreto: sei voti in più rispetto ai 161 della maggioranza assoluta. "Il Consiglio dei ministri ha votato quel decreto. Il Parlamento lo ha modificato, il Senato in commissione, e adesso se ci sono opinioni contrastanti nella maggioranza e' giusto che il governo faccia una ricognizione della fiducia", ha detto il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, in risposta a una domanda sulle perplessità di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle rispetto al voto sul decreto sicurezza. "Questo e' il caso di scuola in cui il governo fa la ricognizione della maggioranza parlamentare attorno all'azione di governo", ha aggiunto Di Maio. E il primo colpo all'esecutivo e alla tenuta del M5S arriva già a metà mattinata, con l'annuncio della senatrice pentastellata Paola Nugnes decisa ad astenersi sul decreto: "Non permettere un regolare dibattito dell'Aula, voler mettere insieme il giudizio su un provvedimento con un giudizio complessivo sul governo e sulle sue funzioni future non è il modo più opportuno di procedere. Alla fiducia - spiega - non posso in coscienza votare no, ho ancora molte aspettative in questo esecutivo soprattutto sulla legge di bilancio espansiva che si sta approntando. Ritengo che mi asterrò dal votare". "Vediamo...", risponde il senatore Gregorio De Falco, alla domanda se voterà a favore della fiducia. "Non è un'apertura, ma un'attesa", precisa l'ex capitano di fregata. "Devo leggere il maxi-emendamento", è invece il commento della collega Elena Fattori. Nel braccio di ferro interno al governo potrebbe però arrivare in soccorso di Salvini e Di Maio l'opposizione, con Fratelli d'Italia e parte di Forza Italia in aiuto "da destra". 

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