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Depresso e bipolare, il Pd è da ricovero

Calenda evoca l'"estinzione" del partito e attacca: "Serve un segretario -psichiatra"

Alessandro Meluzzi
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Un aforisma latino mi piace molto: Quos vult iupiter perdere dementat prius, cioè Giove fa impazzire coloro che vuole distruggere. Questa verità, che avevamo già riferito a un Pd allo sbando, viene certificata da uno dei suoi esponenti più autorevoli: Calenda, già ministro dello Sviluppo al tempo di Renzi, tempo che sembra ormai lontano un secolo, anche se era solo ieri. Un partito che fa una grande fatica a gestire un normale percorso precongressuale secondo norme che dovrebbero essere ben chiare  e ben note ad esponenti, come quelli del Pd, che provengono da due tradizioni piuttosto antiche e consolidate, come ben si sa. Una è quella del vecchio partito comunista di Gramsci, Togliatti, Berlinguer. Partito diventato, poi, nel suo itinerario Ds, Pds, Pd etc che ha regalato all'Italia «giganteschi» statisti come Giorgio Napolitano. E la tradizione della Sinistra Democristiana alla quale appartengono non soltanto i Franceschini e i De Mita, ma lo stesso Renzi che tutto sommato viene dai boyscout... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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