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Mattarella e la scuola: "Sono preoccupato dai genitori-bulli"

Sergio Mattarella

Il Capo dello Stato parla di dispersione scolastica e di lato oscuro del web

Carlo Antini
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Dalla lotta alla dispersione scolastica a quella contro il "lato oscuro del web", passando per la sicurezza degli edifici e il bullismo: ha scelto parole potenti e dirette Sergio Mattarella per salutare il nuovo anno scolastico nella festa che ogni anno si organizza all'avvio delle lezioni. Dal palco sull'Isola d'Elba il Presidente ha messo le mani nelle ferite dell'istituzione numero uno del Paese, la scuola, per chiedere di ripartire da lì: dal ricucire uno strappo che lacera la società e che non si può più ignorare. Si riferisce ad episodi di violenza, in cui alcuni genitori hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli: «un segnale d'allarme che non va sottovalutato», avverte, perché «il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo». C'è un altro aspetto che sta sfuggendo di mano, ma che non sfugge al Capo dello Stato: è la gestione del web. Quella rete capace di creare legami, ma anche grandi isolamenti e di inghiottire i più fragili. Come è accaduto a Igor Maj, morto una manciata di giorni fa alla periferia di Milano per un inganno online. «Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un'emulazione in un gioco perverso in chat», accusa Mattarella, vicino al dolore profondo della famiglia, per questa morte assurda e crudele. Chiede e si chiede cosa vada fatto per evitare tragedie di questo genere: «Le fragilità dei nostri giovani devono poter essere accompagnate e sostenute, poste al riparo da insidie gravi, talvolta mortali, veicolate sulla rete. Le famiglie non possono essere lasciate sole». Che in alcune zone d'Italia i ragazzi siano allo sbando è evidente dal numero troppo alto di abbandono scolastico, prima del ciclo delle superiori o addirittura prima di quello dell'obbligo. Il Presidente della Repubblica lo considera una «emorragia» da bloccare il prima possibile. Di più: «La dispersione scolastica è un'amputazione civile; e anche una perdita economica per il Paese», dice. Chi non lo riconosce, non capisce che «ogni attenzione, ogni risorsa destinata alla scuola e alla ricerca ritorna con gli interessi alla società». Poi punta il faro sulla sicurezza degli edifici. Un tema (lo ribadisce più volte) di importanza primaria, che impone fermezza e responsabilità a tutti i livelli. Benedice le intenzioni del ministro Bussetti di usare la tecnologia satellitare per il monitoraggio: «Desidero incoraggiarlo. Occorre far presto perché questo non è tema che possa scivolare tra le "varie ed eventuali" dell'agenda nazionale». Saluta gli studenti dei centri colpiti dal terremoto e impegnati nella ricostruzione, ma non manca di ricordare i ragazzi morti nel crollo del Ponte Morandi di Genova: «I banchi vuoti dei loro amici sono il simbolo più doloroso di quella tragedia inaccettabile».

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