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Ok del Cdm al ddl anti-corruzioneC'è il daspo "perpetuo" per i corrotti

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

Carlantonio Solimene
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Il Consiglio dei ministri presieduto dal premier Giuseppe Conte ha approvato il ddl Anti-Corruzione. Da segnalare, a margine della riunione che ha licenziato il provvedimento tanto caro al MoVimento 5 Stelle, l'assenza del vicepremier leghista Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva espresso più di una perplessità sulle misure ipotizzate nel disegno di legge. Ora il progetto dovrà passare al vaglio del Parlamento, dove potrebbe subire sostanziali modifiche. I nodi centrali, però, dovrebbero restare immutati, poiché sono stati già il frutto di un lungo lavoro di mediazione effettuato dal premier, in base anche alle sue competenze giuridiche. In particolare, da segnalare il "daspo" ai corrotti, ovvero il divieto di lavorare con la pubblica amministrazione per chi è stato già giudicato colpevole in passato. Il provvedimento sarà perpetuo per le condanne superiori ai due anni di carcere, mentre per quelle inferiori potrebbe durare dai 5 agli 8 anni. Inoltre, viene introdotta la possibilità di ottenere sostanziosi sconti di pena per chi confessa il reato e fornisce indizi utili alla magistratura. E viene introdotta la figura dell'agente sotto copertura. Che non sarà un agente provocatore - ha spiegato il premier Giuseppe Conte - ma solo una figura incaricata di raccogliere indizi come già avviene nelle indagini per droga o terrorismo. «Vorremmo fare ripartire la leva economica del paese con un ambiente favorevole alla crescita economica e allo sviluppo sociale, ma per essere credibili dobbiamo creare un ambiente di forte contrasto alla corruzione» ha detto il presidente del Consiglio. «Il nostro Paese è bellissimo ha degli asset che tutto il mondo ci invidia» ha aggiunto Conte, «anche la nostra esperienza politica viene guardata con grande interesse e con questo provvedimento compiamo un passo significativo in questa direzione». «Abbiamo chiamato questa legge "spazzacorrotti", dopo tanti anni di battaglia in nome della legalità, della giustizia e dell'onestà, portare un ddl in Consiglio di ministri sulla lotta alla corruzione è motivo di orgoglio. Oggi si apre una prospettiva di onestà per questo Paese, che ci permette di andare a testa alta. È vero che siamo stati dilaniati dalla corruzione nel corso degli anni ma questa legge dimostra che vogliamo fare tesoro di quella esperienza» ha detto invece il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Le norme anticorruzione sono una manovra economica - ha invece detto il vicepremier dei Cinquestelle Luigi Di Maio -. Per quanto mi riguarda la lotta alla corruzione farà risparmiare miliardi di euro alle casse dello Stato e potremo usarle in tante misure. È questo il valore fondamentale di questo provvedimento. Ora non esiste più "fatta la legge trovato l'inganno" ma si inizia a viaggiare in una nuova direzione».

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