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Cantone: "Sorpreso dagli attacchi". E Conte tenta di ricucire

Il presidente dell'Anac incontra Toninelli e replica al premier che ieri aveva parlato di "risultati inferiori alle aspettative"

Silvia Sfregola
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Una linea sottile divide il governo dall'Autorità nazionale anticorruzione. Gli attacchi del premier Giuseppe Conte all'Anac bruciano ancora, ad un giorno dalla loro pronuncia nell'emiciclo di Montecitorio. Forte perplessità da parte del presidente del Consiglio per un lavoro giudicato insufficiente, tanto da pensare che forse il paese "ha investito troppo". Parole che sembrano preannunciare, anche nella sede dell'authority, organismo fortemente voluto da Matteo Renzi, aria di cambiamento. E la replica di Raffaele Cantone arriva puntuale, senza lasciare spazio all'interpretazione: "Il mio incarico finisce nel 2020". Il numero uno dell'Anac preferisce non alimentare polemiche, ma va dritto al punto: "Possiamo anche essere insoddisfatti, ma abbiamo fatto grandi passi in avanti come paese, non mettendo la spazzatura sotto il tappeto ma buttandola fuori di casa". Anche la stoccata arriva, servita fredda: "Non è vero che parlare di corruzione fa male al paese, è una bugia. Negli ultimi tre anni nella percezione della corruzione l'Italia ha guadagnato dieci posizioni nelle classifiche internazionali". Un chiaro riferimento alle parole del presidente del Consiglio, pronunciate durante un comizio improvvisato durante la parata del 2 giugno. "È sbagliato rappresentare l'Italia come un paese di corrotti - aveva detto Conte - Ci sono degli episodi di corruzione così come ce ne sono anche in altri paesi". L'aria, insomma, si fa "frizzante" e, a stretto giro, arriva un comunicato da palazzo Chigi per fermare sul nascere un eventuale scontro. Conte e Cantone si sono sentiti "al telefono" e il colloquio, riferisce la nota, è risultato "cordiale". Entrambi hanno "convenuto sulla necessità di rafforzare la lotta alla corruzione, individuando specifici percorsi di legalità nell'ambito della Pubblica Amministrazione, operando, tuttavia, una semplificazione del quadro normativo vigente, in modo da consentire il riavvio degli investimenti nel settore dei contratti pubblici". La "forte comunione d'intenti" viene anche certificata dall'incontro al Mit tra Cantone e il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Un faccia a faccia che serve a "instaurare fin da subito una collaborazione proficua e continuativa". "Il mio Ministero intende aprire un tavolo di confronto per le migliorie legislative che servono - aggiunge Toninelli - Cercheremo la massima collaborazione con Anac, nella convinzione che bisogna voltare pagina rispetto ai troppi scandali del passato". La bufera sembra quietarsi e i rapporti rientrano sul giusto binario. Il peso delle parole di Conte è sicuramente difficili da gestire per l'ex magistrato, ma lui non si scompone: "Mi sento tranquillissimo".

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