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Di Maio-Salvini, ancora non c'è il premier: "Entro oggi il contratto di governo"

Matteo Salvini

Nel programma reddito di cittadinanza non a tempo, conflitto di interessi e la chiusura di tutti i campi rom

Carlo Antini
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Domani nuovo incontro poi, nel weekend, la bozza del contratto sarà sottoposta al giudizio degli iscritti del MoVimento Cinque Stelle. Nuovo incontro in mattinata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini alla Camera. "Penso che in serata chiudiamo il contratto. Sul premier stiamo ancora ragionando, non è chiusa ancora", ha spiegato il leader del M5s. "Sono stati sciolti tutti i nodi e nei prossimi giorni scioglieremo anche quello sul premier" ha dichiarato Di Maio confermando anche che nel contratto ci sarà il conflitto di interessi.  La bozza del contratto Correzioni «sul Jobs Act per risolvere il problema della precarizzazione del lavoro». E capitolo ancora aperto sulle grandi opere, in attesa di una «conoscenza approfondita dei costi-benefici» che riguarderebbe, in particolare, Tav e Terzo valico. Sono queste alcune delle modifiche, riferiscono fonti M5s, inserite nel contratto di governo nel corso dell'ultimo incontro alla Camera tra le delegazioni ristrette guidate da Luigi Di Maio e dal segretario Lega, Matteo Salvini. «Non c'è più nulla sull'euro - viene spiegato ancora - il riferimento è stato tolto. È stato inserito qualcosa sull'alienazione genitoriale, sui Vigili del fuoco, sul reddito di cittadinanza è stato modificato il limite temporale ma trovata una formula per incentivare i centri per l'impiego a offrire lavoro». Cambia anche il comitato di conciliazione «affinché non sia in contrasto con la Costituzione, da entrambe le parti si è compreso che bisognava trovare una formula diversa. È stata tolta una parte su come era fatto e sulle votazioni perché sembrava quasi una cosa parallela al Consiglio dei ministri». Non si sarebbe discusso di deficit mentre «sono state accolte le nostre richieste sul tema immigrazione affinchè nei centri di detenzione temporanea degli immigrati irregolari siano garantite condizioni umanitarie e sanitarie».

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