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Rimborsopoli a 5 Stelle, la difesa di Buccarella: "Tremila euro non mi bastavano"

Il grillino Maurizio Buccarella in Aula

Davide Di Santo
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Tremila euro al mese non bastavano per vivere. Almeno a Maurizio Buccarella, il parlamentare uscente dei Cinque Stelle finito nello scandalo rimborsopoli e accusato di aver revocato i bonifici destinati al movimento. "Quello che è accaduto è che, nel tempo, mi sono reso conto che quella regola riguardante i nostri compensi, che pure avevo accettato inizialmente, non si dimostrava adeguata alle esigenze di chi appartiene ad una categoria professionale, come la mia, che, a fronte di costi e responsabilità che permangono nel corso del mandato parlamentare, non consente una sospensione dell'attività per un così lungo periodo senza conseguenze", scrive Buccarella. "A fronte dell'impegno che ho profuso nell'attività parlamentare ed ai sacrifici che imponevo a me, alla mia famiglia, al mio lavoro per sette giorni alla settimana, i poco più di 3mila euro mensili netti che i parlamentari M5S si sono attribuiti come retribuzione effettiva, non mi avrebbero permesso, alla mia età, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale - dopo uno stacco di cinque anni senza alcun 'paracadute' o vantaggio acquisito per i contatti professionali- con una accettabile serenità" prosegue. "Innanzitutto voglio scusarmi con gli attivisti, i colleghi portavoce e candidati del M5S per la difficoltà in cui, per i noti fatti anche a me addebitabili, li sto costringendo in questo momento politicamente delicato - aggiunge - Poi vorrei dare una spiegazione del perché il tutto è successo, iniziando col far sapere, in primis, che in quei 23 milioni e passa di euro accumulati dai parlamentari del M5S sul fondo di garanzia con i nostri tagli di indennità e rimborsi, ci sono anche più di 100.000 euro di mia provenienza". "Se fossi una persona che semplicemente cede alla tentazione dell'avidità o della sete di denaro, già alla fine del 2013 avrei avuto sul piatto d'argento la possibilità di uscire polemicamente e giustificatamente dal M5S (e tenermi quindi soldi in quantità ben maggiore a quella che risulta da me non donata sul fondo) con l'ottimo argomento del trattamento a me riservato dal Blog in occasione del famoso emendamento sull'abrogazione del reato di clandestinità. Ma abbozzai, controllando il mio orgoglio, comprendendo le ragioni comunicative della faccenda che poi si chiuse bene con la votazione online concordata con il compianto Gianroberto Casaleggio". "Senza ipocrisia, tutto questo naturalmente non giustifica i miei errori e la violazione del patto di fiducia con i miei colleghi e gli iscritti e sono pronto ad accettare le determinazioni del Collegio dei Probiviri e anche se non sarò più uno dei protagonisti del progetto di cambiamento del M5S, continuo a crederci ed a sperare che possa diventare realtà" conclude. E intanto, nonostante le anticipazioni delle Iene, che ieri hanno parlato di 14 nomi coinvolti nella "rimborsopoli" M5S, per lo staff dei 5 Stelle restano fermi a 8 i nomi dei "furbetti" che non hanno restituito quanto dichiarato, con bonifici mai arrivati al fondo per le Pmi. Agli 8 nomi resi noti da Luigi Di Maio - Ivan Della Valle, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli, Girolamo Pisano, Elisa Bulgarelli, Emanuele Cozzolino, Andrea Cecconi, Silvia Benedetti - va aggiunto solo quello di Giulia Sarti, che ha denunciato l'ex fidanzato per gli ammanchi, circa 23mila euro, e ha deciso di autosospendersi per non ledere l'immagine del Movimento. Inoltre, a quanto si apprende, sono in corso verifiche sul nome di un solo deputato che non aveva dato il via libera al trattamento dei dati, ma che dovrebbe essere a posto con le rendicontazioni. A breve, viene spiegato, verrà pubblicato online l'elenco completo di tutti i 123 parlamentari 5 Stelle: per ciascun nome verrà inserita la somma dichiarata per le restituzioni e il corrispettivo risultante dalle tabelle ministeriali. Dagli elenchi in mano allo staff, viene inoltre spiegato, risultano alcune incongruenze ma per somme irrisorie e riconducibili a piccoli errori o a semplici arrotondamenti nelle somme da devolvere.

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