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Da Crocetta a Lumia e Manconi, ecco tutti gli esclusi Pd

Carlantonio Solimene
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Il Partito Democratico esce a pezzi dalla lunga notte di trattative per la composizione delle liste. Gli elenchi definitivi saranno pronti solo in serata, ma le prime indiscrezioni sull'esclusione di diversi big della minoranza hanno provocato un vero e proprio terremoto con nel mirino il segretario Matteo Renzi, accusato di essersi disegnato per la prossima legislatura un corpo parlamentare a propria immagine e somiglianza e, soprattutto, privilegiando la fedeltà alla competenza. L'elenco letto in nottata dal coordinatore della segreteria, Lorenzo Guerini, ha confermato sostanzialmente l'impianto che voleva gli esponenti del governo nei posti chiave: Paolo Gentiloni a Roma Centro (Camera), Marianna Madia ai Parioli, Marco Minniti a Pesaro, Pier Carlo Padoan a Siena (Camera), Valeria Fedeli a Pisa (Senato), Luca Lotti a Empoli (Camera), Graziano Delrio nella sua Reggio Emilia (Camera), Dario Franceschini a Ferrara, Beatrice Lorenzin a Modena (Camera). Fra i nomi nuovi spiccano quelli di Lucia Annibali, il portavoce di Gentiloni - e prima ancora di Matteo Renzi - Filippo Sensi. Maria Elena Boschi, oltre al collegio uninominale di Bolzano, è stata schierata capolista in diversi listini proporzionali, come Roma e Mantova. Fa discutere anche la scelta di candidare Roberto Giachetti, già in corsa per il Campidoglio due anni fa, nel collegio "blindato" di Sesto Fiorentino. "Non mi sembra che nella maggioranza ci siano soltanto proposte di grande rinnovamento. I fatti vanno in un'altra direzione" ha polemizzato Andrea Orlando poche ore dopo la scelta delle liste in direzione nazionale. "Tra i nomi da noi proposti avevamo anche giovani ricercatori, il portavoce della mia mozione, che è un giovane con meno di 30 anni, ed altri ragazzi alla prima legislatura che non sono stati ricandidati. Se il tema era scegliere, tra le nostre proposte, i giovani - sottolinea Orlando - c'erano tutte le possibilità di farlo". "Cosa è successo stanotte nel Pd?" si chiede invece il senatore Giuseppe Lumia, escluso dalle liste. "C'è un'enorme preoccupazione. La risposta è semplice: stanotte è stato dato un altro colpo mortale all'idea di partito progressista, plurale, fatto di culture politiche, di classi dirigenti, di progettualità che si incontrano, per restringere il cerchio e vivere questa campagna elettorale con un'idea disperata e del 'si salvi chi può'". "L'area Emiliano e l'area Orlando - aggiunge Lumia su Facebook - sono state colpite alle spalle perché hanno un'idea di partito progressista, plurale e aperto. Il caso personale lascia il tempo che trova ed è del tutto irrilevante. Lascio il Parlamento, ma non la politica e nessuno si illuda che io sia disposto ad abbandonare l'idea di costruire un Pd realmente democratico. Un partito non a trazione dorotea, ma di sinistra, una sinistra radicata nei territori e socialmente attenta ai valori dell'uguaglianza e della sicurezza". Tra gli esclusi eccellenti anche Andrea Martella e l'ex governatore siciliano Rosario Crocetta: "Non sarà certamente la vicenda delle candidature - dice Crocetta - a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro 'Megafono', nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un'operazione verità. Per martedì annuncio una conferenza stampa. A cose fatte". Molto polemico sulle liste anche il ministro Carlo Calenda: "Quale è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi. Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile". Alle 19 le liste definitive saranno on line sul sito del Partito Democratico.

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