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Il Pd accelera sul biotestamento ma esplode il caso Salvini

Matteo Salvini (LaPresse)

Carlantonio Solimene
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"Mi occupo dei vivi, non dei morti". Con questa frase Matteo Salvini, leader della Lega Nord, ha rubato la scena nel giorno del dibattito sulla legge sul biotestamento, attirandosi le critiche di Pd e Cinquestelle. A riportare l'argomento al centro del dibattito era stata l'apertura del segretario del Pd Matteo Renzi affinché la legge fosse approvata entro la fine della legislatura. Una presa di posizione che aveva raccolto diverse adesioni, in particolare quella del MoVimento 5 Stelle, che ha definito il provvedimento "una legge di civiltà che può garantire un diritto fino ad oggi negato". A quel punto, mentre nel Pd frenavano sull'apertura dei grillini ricordando la passata giravolta sulle Unioni civili, è scoppiato il caso Salvini. "Aspettiamo Renzi, quando smetterà di smanettare su Facebook vedremo cosa fare sulla legge sul fine vita. Io mi occupo dei vivi. Quando sarà ora mi occuperò dei morti". Le reazioni sono state molto dure. "La differenza tra noi e loro è tutta in questa frase crudele e senza rispetto per la sofferenza delle persone #avanti con il #biotestamento #cosegiuste" ha scritto la deputata Dem Alessia Morani, su Twitter. Il leader del Carrocio è stato quindi costretto a una parziale marcia indietro: "Il Senato ha pochi giorni per approvare le ultime leggi. Sul Biotestamento io sono assolutamente disponibile a ragionare, ma è giusto ragionare come morire bene, ma io ragiono anche di come aiutare a vivere bene i milioni di italiani che sono sotto la soglia di povertà". Il nodo resta però quello dei tempi. Potrebbero restare appena cinque sedute d'aula prima che la legge di Bilancio torni in Senato per l'ok definitivo. E in coda c'è anche il ddl sullo Ius soli, a sua volta in attesa dell'approvazione nella Camera alta. Certo, i tempi dilaterebbero se la data delle elezioni scivolasse a maggio rispetto all'ipotesi finora più accreditata, quella di marzo. Né sarebbe facile imporre la questione di fiducia su un argomento di "coscienza". L'unico escamotage per approvarlo in breve tempo potrebbe essere l'utilizzo del "supercanguro" per eliminare gran parte dei 3.500 emendamenti presentati. I numeri, teoricamente, ci sono: sul biotestamento il Pd troverebbe il sostegno dei senatori di Campo progressista, dei 5Stelle e di parte di Ap. Ieri il coordinatore nazionale degli alfaniani Maurizio Lupi ha ribadito il no alla legge, che dovrebbe secondo il partito essere corretta "ma è chiaro che su questi temi vige la libertà di coscienza". Da Mdp il messaggio invece è risuonato forte e chiaro nelle parole di Pier Luigi Bersani che ha assicurato: "Gliene votiamo tre di fiducie" ma "non mi piace questa classifica con lo Ius Soli, è inaccettabile. Bisogna farli tutti e due e non mettere un valore davanti a un altro".

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