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Sì della Camera al Rosatellum Bis ma ci sono 60 franchi tiratori

Silvia Sfregola
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Ad uscire sconfitti questa volta sonno i franchi tiratori. La Camera approva il Rosatellum bis e il patto tra Pd, Forza Italia, Lega e Ap supera abbastanza agevolmente lo scoglio del voto finale a scrutinio segreto, non lasciando al "partito dei voltagabbana" il destino della legge elettorale. A sera, dopo una giornata scandita in piazza dagli slogan del M5S e in Transatlantico dai calcoli per mettere in sicurezza il provvedimento, i sì sono 375 e i no 215. Sulla carta i voti favorevoli avrebbero aggirarsi intorno a quota 441, e alla maggioranza mancherebbero quindi circa 66 voti. Date le assenze, però, la base di partenza per il sì era considerata intorno ai 410 voti. "Ci sono tra i 35 e i 50 traditorì complessivi - spiegano fonti dem - una quota assolutamente fisiologica". "Pd e FI hanno votato compatti", ammettono anche da Mdp. Difficile risalire in modo certo ai "traditori", ma secondo chi tra i partiti gestisce il pallottoliere ascrive al Pd poco più di una ventina di voltagabbana, una decina a FI e il resto ai diversi partiti centristi o al misto. A riempire il gruppo dei franchi tiratori, si dà per certo in Transatlantico, tutti quei peones bipartisan che sanno già di non avere un posto a sedere nella prossima legislatura o che si sentono penalizzati dalla divisione dei collegi del Rosatellum. A complicare i calcoli, poi, l'ipotesi che anche qualche deputato di FdI e Campo progressista, negli segreto dell'urna, abbia deciso nonostante i no annunciati di votare la legge. Il Pd esulta. Matteo Renzi, pur avendo ribadito in più di un'occasione di non essere "appassionato" alla materia, segue i lavori praticamente in diretta attraverso le chat dei suoi luogotenenti sul campo e dopo l'ok finale chiama Ettore Rosato per congratularsi con lui e i deputati dem ed esprimergli la sua "soddisfazione". Si definisce "molto soddisfatto" anche Lorenzo Guerini, che a metà pomeriggio si concede l'ultimo check sui numeri con Renato Brunetta. "Il nostro gruppo ha tenuto bene. La condivisione sul testo è stata dimostrata dalla compattezza del Pd in aula e questo è un fatto che ci rende orgogliosi ed è prova responsabilità", sottolinea. Anche Silvio Berlusconi porta a casa un risultato importante. L'ordine di scuderia del leader di Forza Italia era essere leali e aveva "assicurato" al Pd il voto dei suoi ma non quello delle seconde linee azzurre che rischiano il posto. Per l'ex cavaliere era importante riaffermare la responsabilità delle forze politiche di fronte alle urla del M5S, riassegnando all'aula, e non ai giudici, la funzione di legiferare sulla legge elettorale. "Voteremo convinti questa legge perché vogliamo una legge in Parlamento, con il più ampio consenso possibile, per andare alle elezioni e andare a governare questo Paese", aveva detto intervenendo in aula il capogruppo Renato Brunetta. In aula, come in piazza, a protestare sono il M5S e la sinistra. "Hanno 66 franchi tiratori e al Senato avranno problemi", profetizza Luigi Di Maio dando appuntamento a palazzo Madama per il secondo round. Questa legge distrugge il centrosinistra e getta la maschera. Si torna sostanzialmente a un governo Renzi per interposta persona. Così evapora il nostro vincolo di maggioranza", attacca Roberto Speranza. Adesso la palla passa al Senato. Il Rosatellum bis potrebbe arrivare in commissione Affari costituzionali già domani per poi passare all'esame dell'aula il 24, prima della legge di Bilancio. L'ipotesi di mettere in sicurezza il percorso con la fiducia, poi, viene spiegato, è ancora sul tavolo. L'ok alla legge elettorale, poi, accelera anche la fine della legislatura. "Siamo agli atti finali", è la linea. Legge elettorale al Senato, legge di Bilancio, e tentativo sullo ius soli: questa la road map concordata da Nazareno e palazzo Chigi.

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