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Legge elettorale al voto della Camera, pioggia di emendamenti

Pietro De Leo
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Sono 210 gli emendamenti alla legge elettorale di cui dal pomeriggio di oggi inizia l'esame in Aula alla Camera dei deputati, previo voto su tre pregiudiziali di costituzionalità sulla legge presentate da Mdp, Civici e Innovatori e Area Popolare. I voti segreti dovrebbero essere un centinaio. Intanto continua il dibattito politico sul “tedeschellum”, figlio del compromesso tra le principali forze politiche. In un'intervista a Qn, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi scaccia via l'equazione modello tedesco uguale inciucio: "Si dovrebbe smetterla di dire che il sistema tedesco non garantisce un vincitore. In Germania è in vigore dal 1949 ed ha prodotto governi stabili e maggioranze chiare. Solo due volte in settant'anni è stato necessario ricorrere alla grande coalizione". E dice, il leader di Forza Italia, che, in presenza di un sistema proporzionale "non solo è possibile, è necessario" ricostruire il centrodestra. Dal Carroccio, invece, si stacca il pensiero di Umberto Bossi, ormai fisso nel ruolo di fronda interna: "la Lega", che partecipa al patto sulla nuova legge elettorale, "è contraria a questo sistema – ha detto il fondatore del Carroccio all'agenzia Dire - E Berlusconi con il proporzionale ha dato una bella zampata al centrodestra. Salvini ha creduto di fare il grande leader, e di trattare Berlusconi come una pezza da piedi. Ma non è stato così". E poi punta sul proporzionale: "E' la Dc. Giusto per far capire chi è Renzi". E se Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, attacca Grillo "dice che la nuova legge elettorale non la capisce. E se non la capisce lui che è tra quelli che l'hanno scritta, figuriamoci gli italiani"), dagli scissionisti di Mdp arriva la voce di Bersani, che stigmatizza le elezioni anticipate: "Si deve correggere la rotta perché l'Italia ha dei problemi. Andare a votare prima di averla messa in sicurezza davanti ai mercati e al mondo è un gesto irresponsabile". Continuano, intanto, i distinguo dei centristi nella maggioranza di governo dopo la rottura con Renzi. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, così si rivolge al segretario Pd: "Ribadisce che non ha fretta di andare al voto e che questa legge elettorale non è quella che avrebbe voluto introduca le preferenze e il voto disgiunto per una legge seria".  

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