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Accordo Pd-Forza Italia, legge elettorale a luglio

Il segretario del Pd Matteo Renzi

Silvia Sfregola
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Numeri ampi e tempi veloci, con il via libera definitivo alla legge elettorale già la prima settimana di luglio. È questo lo scenario che si va delineando in Parlamento, al termine del giro di consultazioni del Pd con le altre forze politiche. E domani, in commissione Affari costituzionali della Camera, il relatore dem Emanuele Fiano presenterà il testo del "tedesco" frutto dell'asse Pd-M5S-FI, attraverso un emendamento al Rosatellum per trasformarlo appunto in un sistema elettorale proporzionale simile al modello germanico, con soglia di sbarramento al 5% (anche se Silvio Berlusconi confida che la alzerebbe all'8%), il 50% di collegi uninominali e il restante 50% con liste corte. Oltre a Pd, Forza Italia e M5S, la legge elettorale dovrebbe incassare anche i voti di Lega, Mdp e Sinistra italiana. Numeri ampi in Senato, dove gli equilibri sono più precari, e che fanno presagire per il "tedesco" un percorso breve e senza incidenti. Un timing condiviso da Pd e Forza Italia ma che vede d'accordo anche i 5 Stelle, e che se rispettato potrebbe portare il Paese ad elezioni anticipate già a fine settembre. Ed è questo il periodo che non dispiacerebbe né ai dem né agli azzurri, tanto che il capogruppo Renato Brunetta, al termine dell'incontro con la delegazione Pd, afferma: "La data delle elezioni è legata a quella dell'iter parlamentare della legge elettorale, ma per noi può andare bene anche il 24 settembre". Anche se, fonti di maggioranza indicano come data plausibile per le urne più la metà di ottobre che la fine di settembre. Restano contrari sia al tedesco che al voto in autunno gli alfaniani e i verdiniani (anche se non dovrebbero mettersi di traverso, così come FdI); a questo modello elettorale dicono no i fittiani e l'area di centro. Un insieme di forze che, però, nulla può contro i numeri dei tre più grandi partiti in Parlamento e delle altre forze di sinistra più la Lega, pronte a sostenere il sistema germanico: si potrebbe profilare un via libera a palazzo Madama ben oltre la soglia della maggioranza assoluta, ovvero 161 voti. Si parla, in ambienti parlamentari, di un'asticella che potrebbe arrivare a toccare quota 190-200. Ma se il Pd "festeggia" l'intesa ampia sulla legge elettorale e rivendica il ruolo svolto nella ricerca di una grande condivisione, il clima in seno alla maggioranza resta rovente, con Ap sul piede di guerra: "Non capisco l'impazienza del Pd di portare l'Italia alle urne tre o quattro mesi prima: questa impazienza ha un costo salatissimo", mette in guardia Angelino Alfano, che domani riunirà il gruppo alla Camera e giovedì la direzione nazionale del partito. Anche dentro il Pd, però, si avvertono le fibrillazioni: 31 senatori orlandiani hanno presentato un documento contro il tedesco e il voto in autunno. Dal dibattito politico preferisce tenersi fuori e mantenere un ruolo neutrale il premier Paolo Gentiloni, che spiega: "Guardo con attenzione al lavoro sulla legge elettorale ma il governo è nella pienezza dei suoi poteri, ha impegni in corso che intende mantenere". Quanto al timing, il percorso si profila veloce: domani il relatore presentera' l'emendamento interamente sostitutivo del Rosatellum, e la commissione inizierà l'esame sul sistema tedesco. Il via libera è atteso entro questa settimana, spiega Brunetta dopo aver incontrato il Pd. Poi il 5 giugno la legge elettorale va in Aula alla Camera, ma il voto dovrebbe arrivare la settimana dopo, a causa dello stop per la campagna elettorale per le amministrative di domenica 11 giugno. Una volta approvata entro metà giugno da Montecitorio, la legge elettorale passerà all'esame del Senato, dove l'obiettivo di Pd e FI è fare in fretta: "l'ipotesi è il via libera finale nella prima settimana di luglio".

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