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Nicola Cosentino condannato a 9 anni di reclusione per concorso esterno

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Cinque anni di processo, 140 udienze e una sentenza che per molti versi era annunciata. Nicola Cosentino è stato condannato a 9 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L'ex deputato di Forza Italia non era presente al momento della lettura della sentenza ma il suo legale, Agostino De Caro, ha commentato il verdetto parlando con LaPresse: "Prendiamo atto della decisione del tribunale che ritiene che cui sia il concorso esterno, per noi non è così, ma attendiamo di leggere le motivazione. Una cosa è sicura impugneremo la sentenza e lotteremo fine alla fine per difendere l'innocenza di Cosentino". Il processo concluso oggi è noto come "Eco4", dal nome del consorzio per lo smaltimento rifiuti nel quale si concretizza, per la magistratura, il patto tra l'uomo politico e il clan dei Casalesi. L'ordinanza con richiesta di arresto per Cosentino, allora parlamentare, è stata firmata il 7 novembre 2009 dall'allora gip di Napoli Raffaele Piccirillo ed è stata più volte respinta dalla Camera fino al 15 marzo 2013, quando Cosentino, dopo essersi dimesso da coordinatore campano del Pdl, si è costituito presso il carcere di Secondigliano a Napoli. Il 2 giugno scorso, dopo due anni di carcere preventivo, all'ex deputato sono stati concessi i domiciliari. Per i pm partenopei che l'hanno inquisito, Cosentino sarebbe stato sin dal 1980 il referente politico-istituzionale dei Casalesi, dai quali avrebbe ricevuto sostegno elettorale e capacità di intimidazione e ai quali avrebbe offerto la possibilità di partecipare ai proventi delle assunzioni e degli appalti del ciclo dei rifiuti.

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