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Ottimismo per Bersani. Renzi: "Lo aspetto per litigare ancora"

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Il bollettino medico del pomeriggio conferma che il decorso postoperatorio prosegue "positivamente" e che non ci sono "deficit neurologici". Renzi in ospedale a Parma incontra la moglie e le due figlie dell'ex segretario Pd

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Anche stasera una battuta. Ma stavolta solo per sdrammatizzare, con un fondo di amarezza. Il segretario del Pd va in visita all'ospedale Maggiore di Parma dove l'ex segretario è ricoverato dopo che ieri è stato vittima di un'emorragia cerebrale causata da un aneurisma. Dice Renzi: “Aspetto Bersani a Roma per tornare a litigare”. Il giaguaro ferito e il rottamatore impenitente non hanno fatto mai mistero della divergenze di vedute, politiche, sul futuro e sulla pasta del partito, e forse più ampiamente esistenziali, generazionali anche, sulle quali si sono combattuti, si sono lanciati frecciatine e stilettate, e hanno costruito la campagna delle primarie del 2012, nelle quali a vincere però fu Bersani. Il sindaco di Firenze avrebbe avuto il suo momento d'oro solo dopo. Dopo la vittoria annunciata e non raggiunta, il disastro sull'elezione del Capo dello Stato, e le dimissioni del segretario Bersani di cui Renzi bramava la poltrona. E adesso scherza il sindaco sulle litigate, ma è serio quando racconta del suo incontro con la moglie Daniela e le figlie Elisa e Margherita (le uniche ad essere entrate nella stanza di Bersani, assieme a suo fratello Mauro) all'uscita del reparto di rianimazione a Parma. Lo è anche quando parla della mobilitazione del popolo democrat, e non solo, per la solidarietà dimostrata in queste ore all'ex segretario a cui non riuscì di diventare premier. “Finalmente oggi sono arrivate belle parole da parte di tutti gli schieramenti, nessuno escluso”, ha detto Renzi. Da dentro l'ospedale, dove però non ha potuto incontrare Pierluigi (lo chiama col suo nome, quello di battesimo), scrive su twitter #forzabersani, e rilancia il trend di appoggio e di sostegno, dopo i rigurgiti di odio e di odiosa stupidità comparsi sui social network in seguito alla notizia del malore, in cui qualcuno si augurava per il  vecchio ex segretario fosse arrivata addirittura l'ora della fine definitiva. Prima di Renzi, sono stati tanti gli esponenti del Pd che oggi sono arrivati a Parma. Anche Gianni Cuperlo, per il quale Bersani aveva votato alle primarie, e il dimissionario Stefano Fassina. “Bersani ci ha fatto prendere un grosso spavento”, ha detto Cuperlo. “E' amato dal popolo del Pd, su di lui in questo momento si è concentrato un grandissimo affetto”, ha sottolineato Fassina. Mercoledì dovrebbe arrivare anche il premier Letta. Ed è possibile anche una visita di Silvio Berlusconi, che così ricambierebbe quella che ricevette al San Raffaele da parte di Bersani, quando a fine 2009 subì l'aggressione di Massimo Tartaglia a Milano, che lo colpì con una riproduzione in miniatura del Duomo al termine di un comizio. “L'importante è che sia riuscito a superare questa fase. È bellissimo l'affetto che è arrivato da tutti”, ha concluso Renzi, "desso diamogli tutto il tempo necessario perché si riprenda e torni a combattere con la forza che lo contraddistingue”. E Bersani, in effetti, è un combattente. Ha dato prova di grande forza. Ci vorranno ancora almeno 10 giorni di ricovero per dire con sicurezza che sarà fuori pericolo. Ma l'ex segretario, dopo lo spavento delle prime ore, ha mostrato chiari segnali di miglioramento già dalla prima mattinata, quando svegliandosi ha chiesto alla moglie Daniela il risultato di Juve-Roma. Di sicuro la facile vittoria dei bianconeri l'avrà messo di buon umore, così come devono avergli dato gioia i messaggi che gli sono arrivati dall'Italia e dai principali leader politici e anche personaggi dello spettacolo. Da Bossi a Grillo, da Napolitano a Letta, passando per Gianna Nannini e Federico Pizzarotti, unanime è stato l'incoraggiamento all'ex candidato premier. I bollettini medici di stamattina e oggi pomeriggio confermano che il decorso prosegue regolarmente, le funzioni vitali e cerebrali non sono compromesse, ma la prognosi per ora non viene ancora sciolta, come sempre in questi casi. “Per scioglierla ci prendiamo qualche giorno, ma è sulla buona strada, vediamo per le complicanze nei prossimi giorni”, ha spiegato il dottor Ermanno Giombelli, il neurochirurgo che ieri sera lo ha operato. “Il problema è superare questa fase acuta, ma le complicanze più importanti arrivano dal sesto giorno in poi”. Bersani avrà bisogno di un periodo medio-lungo per riprendersi dall'intervento di ieri e dai molti farmaci che gli vengono somministrati in queste ore. Sarà probabilmente spostato entro la settimana dalla rianimazione dove si trova ora. Per il ritorno a casa nessuno ufficialmente si sbilancia, ma sembra che potrebbe bastare meno di un mese.

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