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«Il problema non sono le bandiere ma le croci sulle schede»

Convention Leopolda 2013

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha riposto così a chi criticava il fatto che alla Leopolda non ci fossero i simboli del Pd. E ha continuato parlando dei valori della sinistra e dello stupore di fronte al futuro

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«La mia parola è stupore. C'è qualcosa di veramente stupefacente in questa iniziativa». Così Matteo Renzi ha parlato della Lepolda chiudendo la sua kermesse a Firenze. «Il futuro è tornare a casa, non indebolisce la voglia di guardare al domani ma c'è la necessità fisica di trovare un luogo e uno spazio in cui la politica ci accumuna e ci dà entusiasmo», ha detto, «la Leopolda è secondo me la più grande occasione che noi abbiamo di rendere ragione del tempo che mettiamo nella politica». «Dalla Leopolda è iniziato qualcosa di nuovo, il ricambio generazione è un dato di fatto», ha tenuto a sottolineare. Il nome da dare al futuro? «È stupore. Io mi stupisco e voglio continuare a farlo pensando che c'è una novità profonda nella politica italiana. Anche per la croncretezza di quello che sta avvenendo». Oggi, ricorda Renzi, «abbiamo il parlamento più giovane di sempre. Si devono aprire le lobby della politica. Dobbiamo cambiare non la vita dei parlamentari, ma degli Italiani». Matteo Renzi ha respinto le critiche alla Leopolda per il fatto che non vi siano bandiere del Pd. «Il problema è che nn ci sono le bandiere? Il problema è che non ci sono le croci sulla scheda», ha attaccato. «L'obiettivo non è mettere bandierine ma cambiare il Paese», ha aggiunto. "Credo che sei di sinistra, pensi ad un posto di lavoro in più, e non a uno in meno", ha continuato il sindaco di Firenze, il cui discorso è stato accolto da una ovazione: Renzi ha chiuso dicendo che «Non ci sono le correnti dei cognomi ma le correnti delle idee, e la prima ad essere rottamata sarà la corrente dei renziani».

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