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Decreto P.A., no del governo ai privati nei rilievi stradali

Rilievi stradali

Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri di lunedì è "sparita" la norma sulla nuova abilitazione per gli interventi in sinistri di lieve entità. Esulta l'Ospol: era incostituzionale

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Il governo dice no - anche se in extremis - all'ingresso dei privati nella rilevazione degli incidenti stradali. La misura, presente nella bozza del decreto legge "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni", è stata espunta all'ultimo momento nel Consiglio dei ministri del 26 agosto scorso che ha comunque approvato il testo.    A disciplinare una nuova figura professionale che si sarebbe dovuta occupare delle rilevazioni per i sinistri senza morti o feriti era l'articolo 6: "Disposizioni in materia di sussidiarietà nei servizi di polizia stradale e di controllo aeroportuale". Il testo prevedeva per la "rilevazione degli incidenti stradali" di lieve entità - e "i conseguenti servizi diretti a regolare il traffico, possono essere effettuati da persone abilitate". Tale abilitazione, che sarebbe dovuta essere poi regolamentata da decreti attuativi ministeriali, sarebbe stata vincolata a "un'attività di formazione non inferiore ai sei mesi" certificata dal ministero dell'Interno. Dall'articolo 6, però, il "rilevatore privato" è sparito mentre le misure sul  controllo aeroportuale sono rimaste.    Nel calderone degli incidenti lievi sarebbero finiti tutti quei sinistri in cui nessuno dei conducenti o passeggeri ha riportato "lesioni", si legge nel testo, ma che non si risolvono con una conciliazione. Un business che faceva gola a molti, quello dell'infortunistica stradale, dato che - come prevedeva il passaggio rimosso dal decreto - "gli oneri economici per gli interventi effettuati dai soggetti" in questione sarebbero stati "interamenti a carico dei richiedenti", presumibilmente le assicurazione o gli automobilisti riconosciuti responsabili dell'incidente.   Solo a Roma  nel 2011 sono stati registrati incidenti che hanno coinvolto 35.461 veicoli con un tasso di infortunati per veicolo pari a 0,6. "Nel 60% dei veicoli coinvolti in un incidente ci sono state delel vittime - chiarisce Riccardo Alemanno, direttore dell'Automobile Club Roma - Si tratta di 21.958 feriti e  142 morti. Nel restante 40% dei veicoli nessuno è rimasto infortunato. Facendo una proporzione, saremmo nell'ordine dei 14mila veicoli in un anno che hanno fatto un incidente senza che nessuno abbia però riportato lesioni".   In tanti si sono opposti alla nuova figura professionale  e al nuovo mercato su cui diversi soggetti erano già pronti ad avventarsi. L'Associazione italiana  consulenti infortunistica stradale, nei giorni scorsi, ha puntato il dito contro il provvedimento riportando alla luce i progetti di legge  presentati nella scorsa legislatura da Alberto Fluvi del Pd da Nunzia De Girolamo del Pdl, attuale ministro dell'Agricoltura, che volevano affidare la materia a "una figura professionale già esistente", ovvero il consulenti infortunistica stradale.   Per l'O.S.Po.L., Organizzazione sindacale delle Polizie locali, lo stop ai privati equivale a una vittoria. Il presidente Luigi Maruccio fa sapere che nei giorni scorsi il sindacato aveva scritto al premier Enrico Letta due lettere di fuoco in cui diffidava il governo a tradurre in legge il passaggio sui rilievi di polizia stradale. "Alla base della nostra azione c'è la convinzione che il provvedimento così com'era contenuto nella bozza fosse potenzialmente  incostituzionale - commenta Maruccio - Non se grazie a noi, ma alla fine c'hanno ripensato".

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