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Napolitano non farà altri senatori a vita

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Loha spiegato ieri lo stesso presidente della Repubblica in un colloquio con il direttore de «La Stampa» Mario Calabresi. «Certo, ci sono due seggi vacanti e io sono un convinto sostenitore di questo istituto: l'ho sempre difeso dagli attacchi e dalle polemiche. Ma in questa fase, a così breve distanza dalla conclusione del mio mandato, non intendo utilizzare questa facoltà e ritengo invece più opportuno trasmettere al mio successore ogni valutazione e decisione», ha sottolineato il Capo dello Stato, che ha detto di essere altrettanto convinto di «non poter esercitare con la dovuta ponderazione e serenità questa prerogativa a così breve distanza dalla fine del settennato». La decisione di Napolitano è tesa anche ad evitare ogni possibile polemica sulla composizione del prossimo Senato, perché probabilmente è proprio a Palazzo Madama che si deciderà la maggioranza che darà vita al nuovo governo. «Mi arrivano sollecitazioni e stimoli – ha aggiunto Napolitano – che riguardano persone degnissime. Ma sono convinto che se sono meritevoli di attenzione da parte mia lo saranno anche da parte del mio successore». Né si può dimenticare, ha osservato il Capo dello Stato, come quella prevista dalla Costituzione sia «una facoltà e non certo un obbligo». L'ultima nomina a senatore a vita di Napolitano è stata quella di Mario Monti, nel novembre del 2011, poco prima che lo stesso Capo dello Stato affidasse al Professore bocconiano l'incarico di formare il nuovo governo. Nei mesi scorsi sono stati fatti parecchi nomi per la nomina a senatore di vita di diverse personalità. Tra questi quelli di Marco Pannella, Margherita Hack, Claudio Abbado, Carla Fracci, Umberto Eco,Umberto Veronesi, Gianni Letta, Giuseppe De Rita, Elio Toaff, i nomi ricordati dal direttore de «La Stampa» nella conversazione con Napolitano. La Costituzione, ha poi rilevato Napolitano, «prevede la possibilità e la facoltà di nominare un numero massimo di cinque senatori a vita, e ci sono state molte dispute sul significato da dare a questa espressione. Qualcuno l'ha interpretata come la possibilità che ogni presidente ne potesse indicare cinque, e così facendo ci sono stati momenti in cui è lievitato il numero dei partecipanti all'Assemblea». «L'interpretazione da tempo riconosciuta come corretta è una sola – è la conclusione di Giorgio Napolitano – i senatori a vita possono essere cinque in tutto».

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