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di Marlowe Ci voleva la commissione europea per ricordarci che l'Imu, così come è, non va.

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Leimposte sulla proprietà non hanno infatti impatto sulle diseguaglianze sociali in Estonia e Italia, anzi in Italia possono aggravarle lievemente». In piena campagna elettorale, la bufera è già iniziata da parte di chi l'Imu promette di abolirla sulla prima casa (il Cavaliere), sta promuovendo ricorso di massa alla Corte costituzionale (Giulio Tremonti), intende "rimodularlo" ma attraverso l'introduzione di una patrimoniale e proprio sulla casa (il Pd), e naturalmente dal suo autore, Mario Monti, che all'atto dell'insediamento definì la mancata tassazione della prima abitazione "una anomalia europea". Tra tante voci, una sola ci sentiamo di definire chiara, benché venga da una lobby direttamente interessata: quella dell'Ance, l'associazione dei costruttori, che trova conferma di ciò che ha sempre sostenuto, ovvero che la tassa, così com'è, non tiene conto della reale capacità contributiva dei contribuenti, «anche considerando che la casa costituisce tradizionalmente il bene primario delle famiglie italiane». Prima di andare avanti è bene vedere esattamente a che cosa si riferisce e che cosa chiede Lazlo Andor, commissario Ue al Lavoro. In realtà la parte più hard del rapporto si riferisce alla vecchia Ici - quella abolita dal governo Berlusconi per la prima casa - come emerge chiaramente dalle tabelle che accompagnano la relazione, e che prendono in esame i dati del 2005 e 2006. Quando appunto c'era l'Ici. Sempre per aggiungere confusione a confusione, se le statistiche sono quelle di sette anni fa, analisi e raccomandazioni sembrano invece basarsi proprio sull'Imu: laddove promuove le detrazioni di 200 euro sulla prima casa e di 50 per i primi due figli a carico. Dopodiché il report si addentra in una critica che riguarda l'intera Europa sul mancato aggiornamento della base imponibile delle imposte sull'abitazione, che ovviamente, e soprattutto in Italia, premia chi ha un lussuoso appartamento in centro accatastato come dimora popolare. Ma non dimentichiamo che in Germania il catasto è ancora quello del 1935 e che la Francia si basa sui valori del 1980. Noi, con i valori catastali che risalgono al 1982 saremmo quindi in buona compagnia se non fosse che i cosiddetti estimi sono stati via via rivalutati in misura omeopatica dai governi della prima repubblica, dal centrosinistra, e infine con il turbo dai tecnici di Monti, ai quali si deve la maximoltiplicazione della base imponibile del 60%. Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. Nel 2012 l'Imu ha rastrellato dalle tasche delle famiglie italiane 23 miliardi, quattro in più di quanto stimati a luglio dai tecnici del Tesoro. E poco meno di quattro miliardi è casualmente anche il gettito dell'Imu sulla prima casa. Altro risultato, il prelievo sulla casa è balzato al secondo posto in Europa: prendendo come base 100 il top della classifica rappresentato dalla Francia, noi siamo a livello 80,9, la Gran Bretagna al 74,7. E la Germania? Al 45,6: beati loro. Ma non solo. Le distorsioni si riflettono anche sugli affitti: poiché la tassa non distingue chi affitta una seconda casa da chi la tiene vuota, ecco che tra Imu, imposta sulle locazioni e riduzione della franchigia per la cosiddetta cedolare, il 60% medio degli introiti degli affitti finisce direttamente al fisco. Risultato: meno disponibilità di case in affitto e ulteriore calo del mercato immobiliare per il venire meno della quota destinata alle abitazioni da mettere a reddito. Ulteriore conseguenza, il ritorno dei canoni in nero. Tutto questo non ha a che fare con le osservazioni dell'Ue che puntano - per noi come per altri paesi - a chiedere una maggiore progressività della tassa per evidenti motivi di equità. Ma attenzione: progressività che andrebbe realizzata non rimodellando la tassa in base al reddito (cioè aumentandola a chi dichiara di più e riducendola a chi dichiara meno), ma in base al valore da tassare. Che però deve comportare una rivisitazione completa del catasto. Diversamente pagheranno di più i soliti noti, e magari verranno premiati i soliti furbi. Ora si attende il fallout. Dopo averlo criticato ieri, diciamo subito che la gran parte delle storture denunciate da Bruxelles, Monti a poco a che fare: non è colpa sua se l'Agenzia del Territorio non ha neppure iniziato l'aggiornamento del catasto; ancora peggio i sindaci che operano sul territorio. Caso mai si può obiettare che il primo anno di Imu è servito a tamponare il bilancio dello Stato più che degli enti locali. Ma anche lì eravamo a rischio default. Piuttosto il cartellino giallo dovrebbe far riflettere tutti a non indulgere alla demagogia sulla casa e sulla pelle di chi se l'è sudata per sé e per i figli. È un discorso che vale certo per il Cavaliere, il quale non ha ancora spiegato in modo convincente dove troverebbe il gettito sostitutivo per ri-abolire l'Imu sulla prima casa. Ma vale ancora di più per Bersani e le sue smanie di patrimoniale. Che per il segretario del Pd dovrebbe colpire proprio le abitazioni, sia pure "di lusso". Ma se i valori sono fasulli, come fanno Bersani, Cgil e Vendola a non vedere il rischio di aggiungere iniquità a iniquità.

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