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Leonardo Ventura Il Cavaliere sfodera ottimismo sul recupero del Pdl dopo la sua discesa in campo.

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Attualmentesiamo al 21%, cui si aggiunge il 2,6% di Fratelli d'Italia, il movimento di Ignazio la Russa a noi collegato. Pertanto siamo al 23,6%». Berlusconi lo dice a Tele Molise in una delle tappe del suo tour mediatico che lo ha portato ieri anche a concedere un'intervista al Corriere.Tv e a Palazzo Grazioli a Telenord. Silvio ribadisce anche il concetto di evitare dispersioni e frammentazioni del voto. «Bisogna evitare di intraprendere la strada senza via d'uscita dell'indifferenza e del non-voto. Agli italiani -aggiunge il Cavaliere- vorrei mandare tre messaggi: il primo è quello di andare a votare; il secondo è quello di non disperdere il voto sui partitini come il piccolo centro di Casini, Fini e Monti, che non ha alcuna possibilità di vittoria. Sottraggono voti ai moderati e diventano ruota di scorta della sinistra; di conseguenza chi vuole la sinistra è bene che voti direttamente per il Pd, tutti i moderati, invece, facciano confluire i loro consensi sul Pdl, unico in grado di garantire una seria riforma dell'architettura istituzionale». Poi il mirino del leader del Pdl si sposta su Mario Monti. Berlusconi nega di aver mai offerto la premiership dei moderati: «Monti sarebbe stato federatore dei moderati, ma non necessariamente il primo ministro. Non ho mai proposto Monti come premier dei moderati», scandisce. La stoccata arriva dopo un crescendo di critiche e polemiche: Monti «guarda la realtà dal buco della serratura: ha sempre avuto la sicurezza dello stipendio e quindi non conosce la lotta di chi lavora per lo stipendio ed è abituato da professore a parlare ai discepoli senza una contrapposizione dialogica». Intanto l'avvicinamento alla Lega continua e i segnali che arrivano da Via Bellerio sono di una possibile alleanza da annunciare già nei prossimi giorni. Berlusconi però guarda avanti. E visto che nel frattempo il premier uscente si è pericolosamente attrezzato per le elezioni e che la Lega, da sola, potrebbe non bastargli, prova a percorrere nuove strade. «Non so se accetterei in futuro una nuova grande coalizione» è la sua premessa, «ma bisogna vedere se è l'unica soluzione possibile per il Paese», spiega. Insomma: se per tornare al governo occorre imbarcare anche altre forze, Berlusconi (e la Lega) farà di necessità virtù. Ma assolutamente senza il Professore: «Non credo che Monti possa avere ancora un ruolo», sentenzia l'ex premier sottolineando che ormai «la sua immagine è precipitata» e che «io non potrei collaborare» con lui. Né con lui, né con chi starà con lui. Soprattutto quei parlamentari che hanno voltato le spalle al Pdl imbarcandosi con Monti. Per loro, anzi, Berlusconi prevede un futuro nero: «Non avranno seguito elettorale e avranno difficoltà a trovare posto nelle liste con Casini e Fini». Anche perché è difficile immaginare che - soprattutto dalle parti di Futuro e Libertà - non ci sia più d'uno pronto a consumare qualche vendetta anche se il Cavaliere prevede per lo schieramento del presidente della Camera un futuro non eccezionale con il pochissimo peso che potrà arrivare dall'1% a Montecitorio. Più sicuro il destino di Franco Frattini: «Non si candiderà alle prossime elezioni politiche, perché tornerà a fare il Consigliere di Stato».

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