Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Giornata di riunioni alla sede del Pd.

default_image

  • a
  • a
  • a

Dopole primarie per i parlamentari è arrivato il momento della composizione e si sta lavorando, regione per regione, a riempire le caselle per Camera e Senato. Vista la carica di giovani in arrivo a Roma, occorrerà uno sforzo in più per le liste a Palazzo Madama: sono molti gli under 40 non ancora eleggibili al Senato. Oltre al dato anagrafico, l'altro effetto delle primarie di Capodanno è quello di una corposa rappresentanza femminile nel prossimo Parlamento. Anche la «quota» renziana sarà nutrita: una cinquantina di parlamentari tra eletti alle primarie e lista bloccata. Sembra invece un po' ridimensionata la componente dei franceschiniani. «Ma c'è ancora il listino bloccato da definire...», viene fatto notare. Un bacino ampio con una novantina di posti a disposizione oltre ai 47 capilista. Alcuni saranno presi tra i più votati alle primarie, altri saranno scelti dai vertici del Pd. Tra i capilista ci saranno anche i big, da Letta a Franceschini, compreso Bersani. Si parla poi di Gasbarra, vicino a Fioroni, nel Lazio, e in Liguria di Orlando. E, ancora, Pietro Grasso in Lombardia. Nodi che verranno sciolti nelle prossime ore. Martedì 8 gennaio si chiude: è stata già convocata la Direzione che dovrà dare l'ok definitivo alle liste. Ieri un nuovo annuncio sul versante delle candidature eccellenti. Quella dell'economista Carlo Dell'Aringa. Bersani rientrerà oggi a Roma. Il segretario del Pd ha scelto di distinguersi da Mario Monti e Silvio Berlusconi anche sul versante delle presenze in radio e Tv. «Lasciamo la rissa a Monti e Berlusconi, per ora...», dicono dal Nazareno. Ma tra i primi impegni del candidato premier del centrosinistra c'è comunque quello di valutare la strategia della campagna verso i competitor Berlusconi e Monti. Entrambi avversari ma non uguali. «Lo schema politico è chiaro - dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta - l'avversario da battere è il populismo di Grillo e Berlusconi. Con Monti sarà una competizione leale». Anche perché con lo schieramento montiano, Bersani intende aprire un dialogo in ogni caso dopo il voto. Questo non impedirà, ovviamente, di marcare con forza le differenze. E a sottolinearlo, ad esempio, è intervenuto ieri un bel pezzo di Pd. C'è Stefano Fassina, che non la manda a dire al Professore: lista Monti? «Per i livelli di reddito di coloro che ne entrano a far parte, la lista Monti somiglia sempre più alla lista Rotary...». Intanto, però, è il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, a gelare Bersani. In un'intervista all'Avvenire dice «no a Bersani premier senza la maggioranza alla Camera e al Senato». L. F.

Dai blog