Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I moderati con Monti in una federazione

default_image

Verso una lista del premier insieme a Udc Montezemolo e fuoriusciti dalPdl

  • a
  • a
  • a

Partiticome l'Udc e Fli, movimenti come «Italia futura» di Montezemolo e quello di Oscar Giannino. E inoltre una lista composta da candidati che fanno riferimento al premier, compresi attuali componenti del governo. La situazione resta fluida e il premier sta valutando lo scenario politico in modo molto attento. Sul suo tavolo le diverse soluzioni sono disposte come su una scacchiera. E al momento quella della federazione a sostegno del Prof sembra la soluzione più percorribile. Nel simbolo ci sarebbe la dicitura «Per Monti premier», all'interno forze politiche e non, compresa una formazione del Professore. La lista di Monti non porterebbe però il suo nome ma un riferimento all'Italia. Una sua lista sarebbe funzionale anche all'eventualità che al premier si aprisse la strada del Quirinale. Il successore di Napolitano si troverebbe in una situazione completamente diversa da quella eccezionale che ha segnato il settennato che sta per scadere. Ed è quindi necessario che abbia alle spalle una sua lista per non veder impallinato in Parlamento ogni suo intervento. Ma ciò a cui starebbe pensando Monti, con la sua lista, è di scendere in campo come candidato premier. Nello schema che si sta delineando il premier aprirebbe anche ai cosiddetti filomontiani del Pdl che potrebbero confluire nella lista del presidente del Consiglio. Al momento è esclusa la possibilità di aprire un confronto con Berlusconi, mentre potrebbe esserci una porta aperta ad Alfano. Ma il partito di via dell'Umiltà non sembra disposto ad escludere dalla partita il Cavaliere. In ogni caso Monti continua a vagliare ogni ipotesi e anche a guardare i sondaggi. Anche se Demos e Ipsos hanno registrato un aumento del consenso personale di cui dispone il professore oltre il 50% nell'ultima settimana, Monti non è convinto che una lista aggregata attorno alla sua persona e alla sua agenda siano in grado di andare oltre il 20% pur contando non solo sull'Udc, su Italia Futura e tutto il rassemblement di montiani guidato da Riccardi, Olivero e Bonanni, ma anche sulla confluenza di una buona parte di transfughi dal Pdl e dal Pd. Verso Monti potrebbe andare anche l'Italia Popolare di Alemanno, Augello, Quagliariello, Frattini e Formigoni. E con Frattini Monti ha avuto ieri un lungo colloquio ma nel ruolo di presidente della Fondazione De Gasperi, tiene a precisare una nota. Non è escluso però che Monti abbia fatto con l'ex ministro degli Esteri anche una ricognizione dello scenario politico. Frattini fuori dall'incontro ha riferito che si è parlato «delle prossime generazioni, in pieno stile degasperiano». Parole che richiamano la frase del leader democristiano che il premier ama spesso ripetere («un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle future generazioni») e che fanno il paio con il messaggio inviato lunedì agli studenti in occasione del Natale, dove si sottolinea la volontà di «ripartire» dopo aver «messo in sicurezza il Paese», e la necessità di «voler essere attori protagonisti del rinnovamento nazionale». Questo farebbe pensare che il Prof voglia mettere un suo progetto a disposizione del Paese mantenendo il ruolo di terzietà. E Quagliariello si augura che Monti «federi gli spezzoni e gli spacchettamenti che si sono creati nel centrodestra» perché c'è bisogno di rimettere in piedi un «confronto bipolare in una logica europea. Ieri il prof si è recato anche a far visita a Pannella e ha avuto un colloquio sui temi della legalità, della giustizia e della situazione carceraria, in Italia e nel contesto europeo. Dallo scambio di opinioni, si legge in una nota finale, «Monti ha tratto spunti che si ripromette di approfondire». Che abbia chiesto consigli anche a un veterano della politica quale è il leader Radicale? Intanto nel movimento di Italia Futura i lavori procedono a ritmo serrato. Ieri c'è stata una riunione tecnica sulle candidature, sulle modalità di raccolta delle firme. Il rapporto con il Pd di Bersani è sempre sul filo del rasoio. Il segretario ieri ha di nuovo smentito un clima di freddezza con il premier. Anzi alcuni filomontiani riferisocno che qualora Monti decidesse di non scendere in campo, il Pd potrebbe stringere una sorta di patto con il Professore. Sul tavolo poi resta l'ipotesi del memorandum da presentare ai partiti. Dall'estero l'attenzione su Monti è sempre molto alta. Sono soprattutto gli Stati Uniti a premere affinchè il premier sciolga presto la riserva e scenda in campo con una sua lista. La Casa Bianca vedrebbe meglio Monti a Palazzo Chigi che al Quirinale. Molto resta da fare per far ripartire l'economia e il Prof con il prestigio che gode in Europa è un buon tramite tra il Vecchio Continente e gli Usa. L'ambasciatore Thorne non ha fatto mistero del gradimento che avrebbe per l'amministrazione Obama un Monti bis.

Dai blog