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Il Colle: «Facilitare la raccolta firme per presentare le liste»

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Dopol'allarme sollevato da Beppe Grillo e da molte altre formazioni politiche che non sono presenti in Parlamento come Radicali, Verdi, Pdci, il presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Premier «per sollecitare l'urgente adozione delle disposizioni necessarie per un rapido espletamento degli adempimenti di competenza degli uffici amministrativi e al fine di agevolare le forze politiche nella raccolta delle firme per il deposito dei simboli e delle candidature». Il ministro degli Interni ha assicurato che «si sta lavorando» a un provvedimento che affronti il problema della raccolta firme. Visto il carattere di urgenza non potrà che essere un decreto e potrà essere varato già dalla prossima settimana, con la prima riunione del Cdm, anche prima che sia fissata ufficialmente la data delle elezioni, dal momento che, viene spiegato, è opportuno che abbia carattere generale. Al momento due sono le opzioni possibili di intervento, una sulla riduzione delle firme richieste, ossia di un quarto rispetto alle 120mila iniziali, oppure che si amplii la platea degli esentati, magari inserendovi anche le liste che hanno rappresentanti eletti nei Consigli Regionali. La denuncia di Grillo e delle altre forze politiche deriva dalla difficoltà di raccogliere un elevato numero di firme in tempi brevissimi a causa dell'anticipo della data del voto. A parte i partiti già presenti in Parlamento in entrambe le Camere, infatti, tutti gli altri devono raccogliere 120 mila firme. Se le Camere vengono sciolte 120 giorni prima della scadenza naturale, quindi entro il 28 dicembre, il numero delle firme necessarie si dimezza, dice la legge. Ma resta comunque a 60 mila, e se resterà confermata la data del 17 febbraio, le liste dovrebbero essere depositate 34 giorni prima, quindi il 12 gennaio. La legge elettorale prevede che non hanno obbligo di presentare le firme «i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all'inizio della legislatura» e neanche «i partiti o gruppi che abbiano effettuato le dichiarazioni di collegamento, con almeno due partiti o gruppi politici di cui al primo periodo e abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento europeo».

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